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Marco Melandri: "A giugno ho pensato di smettere di correre"

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2009 21:55
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Monsterista implume
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24/10/2008 08:20
 
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Marco Melandri: "A giugno ho pensato di smettere di correre"
Marco Melandri è giunto alla fine dell’incubo: domenica il ravennate correrà l’ultima gara con la Ducati Desmosedici, una moto con cui ha litigato “sin dal primo giro”, come lui stesso ha detto. Da quando Marco è salito sulla GP8, un anno esatto fa nei test dopo il GP di Valencia, è stato un susseguirsi di difficoltà.

C’è qualcosa che salvi in questa stagione?
“Non saprei, ho sofferto talmente tanto… Forse salvo l’aver capito quanta voglia ho di tornare a divertirmi guidando una moto, e l’aver capito che sono nato per questo sport”.

Nelle interviste hai sempre sostenuto di non voler mollare, che farlo sarebbe stato troppo semplice. Ora però puoi dire se hai pensato di cambiare, a un certo punto…
“Più che cambiare moto, a giugno ho addirittura pensato di smettere di correre! Dopo la gara di Barcellona la moto è effettivamente migliorata, e le cose sarebbero potute migliorare, ma mi è stata tolta ogni motivazione, non ero più padrone della mia vita. Come? Non sapevo mai se sarei salito in moto o no alla gara successiva, ho imparato dai giornali che la mia squadra stava provando un altro pilota con l’obiettivo di sostituirmi; e poi tutti che mi dicevano ora smetti, no, ancora no, continui… Sfido chiunque a trovare delle motivazioni in una situazione del genere. Però questo ormai è il passato, è inutile guardarsi indietro e chiedersi cosa si sarebbe potuto fare, chi ha sbagliato, eccetera”.

Guardandoti dall’esterno, però, è sempre parso che tu non abbia mai perso la calma, è così?
“E’ così, anche perché sono sempre stato consapevole di aver fatto il massimo: sono sempre andato a letto tranquillo tutte le sere, perché sapevo di aver fatto tutto ciò che era possibile fare”.

Cosa non ha funzionato, allora?
“Tante cose… sicuramente anche io ho fatto degli errori, ma non credo di essere stato l’unico. Ora però non voglio tornare indietro con la mente, né andare avanti: voglio vivere alla giornata, convinto di poter tornare a guidare come prima. Non penso che una stagione difficile abbia intaccato la mia guida: sono certo di poter avere ancora un futuro. E poi, nonostante sia arrivato spesso ultimo, ho avuto due ottime proposte, quelle di Gresini e della Kawasaki. Ciò dimostra che gli addetti ai lavori hanno capito i veri motivi delle mie difficoltà”.

Nessuno infatti sembra aver mai messo in discussione il tuo talento, hai percepito questo affetto nei tuoi confronti?
“Sì, ho comunque notato che la gente prova ancora affetto per me. In Australia sono stato applaudito tanto, e vedo anche sul mio sito come la gente mi stia ancora vicina. Tutto ciò mi fa piacere, sono contento che la gente si ricordi anche delle belle cose che ho fatto in precedente. Poi è anche normale e giusto che ci sia anche chi critica”.

Come spieghi le due belle gare fatte da Elias, salito sul podio?
“Come ho già detto la moto dopo Barcellona è migliorata e le cose sarebbero potute cambiare, ma non avevo più stimoli perché è difficile svegliarsi la mattina senza sapere se potrai salire in sella o no. Credo che questo aspetto abbia fatto una grande differenza sulla mia stagione. Per assurdo non sapevo neanche se sarei venuto qui a Valencia…”.

Perché hai continuato comunque fino a fine stagione, nonostante tutti questi problemi?
“E’ stato il mio orgoglio: quando tutto andava male il mio obiettivo era non mollare, anche se fossi arrivato ultimo in tutte le gare. Se mi avessero cacciato l’avrei accettato, ma scegliere di andarmene di mia volontà sarebbe stato troppo facile”.

Come affronti quest’ultima gara?
“Potrei dire che peggio di così non si può fare, dato che spesso sono arrivato ultimo, ma quest’anno ho imparato che può sempre succedere di tutto, non si può mai sapere… Come la affronto? Non so cosa aspettarmi, però non mi farò il sangue amaro se le cose non andranno come voglio”.

Contento che stia finendo questo incubo?
“Beh, sì! Un amico mi ha detto che è più lungo un minuto seduto su una stufa che una settimana in vacanza: io è come se fossi stato un anno seduto su una stufa! Questa stagione è sembrata lunga come dieci”.

In Ducati ci sono state almeno persone con cui ti sei trovato bene?
“Sì, con alcune persone sono andato molto d’accordo. Anche con la mia squadra non ci sono stati screzi: anche se il rapporto lavorativo non è stato positivo, a livello personale non c’è stato nessun problema. Credo che siamo stati tutti molto bravi a fare in modo che non ci fossero litigi o tensioni, vista la situazione che si è creata”.

C’è qualcuno che ti ha difeso, che ti è stato vicino?
“Io stesso, mi sono stato vicino da solo…”.

Stai lottando con West per non finire ultimo in campionato: sembra di sognare, parlando di un pilota come te… Non si poteva proprio fare meglio?
[glow=red,2,300]“Se anche solo un quarto del tempo che è stato speso per cercare di sostituirmi fosse stato speso per darmi fiducia, per cercare di farmi andare veloce, le cose sarebbero potute andare diversamente”.[/glow]

Di recente hai detto che già dal primo test avevi capito che la Ducati era una moto difficile: quali sono le difficoltà principali che hai avuto da subito?
“Sì, me ne seri conto già al primo giro dei test di un anno fa qui a Valencia: la Ducati è una moto molto diversa rispetto alle altre, Honda o Yamaha. O ti piace la Ducati e non le altre, o viceversa. Sceso dalla moto dopo il primo run ho avuto un flash di una stagione difficile, e il brutto è che stato ancora peggio: ero sin troppo ottimista! Per quanto riguarda i problemi, non mi sono trovato a mio agio già dalla posizione di guida. Io ancora adesso proverei nuove pedane, una nuova sella e nuovi manubri…”.

Perché hai scelto la Kawasaki quando potevi tornare alla Honda, che già conoscevi?
“Ho deciso di seguire il mio istinto: non lascerò mai più che siano altri a decidere per me. Ho scelto la via più difficile, è vero, ma se combinerò qualcosa di buono lo avrò fatto io”.

Sei consapevole che dovrai lavorare tanto per rendere la Kawasaki competitiva?
“Sì, ma se lavoro per me sono il primo ad aver voglia di alzarsi presto al mattino. Quest’anno, invece, per chi ho lavorato?”.
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mi segnalo quest'intervista presa da Gp One......in cui Melandri sfoga la delusione della sua annata sbagliata , scaricando interamente le colpe sulla Ducati....mi sembra che la Ducati abbia fatto di tutto per andare incontro alle esigenze di Melandri.. §50§ §50§ §50§ §50§ §50§ §50§ §50§ §50§ §50§



"Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare perchè io di sentire dei cavalli che mi spingono nella schiena ho bisogno come dell'aria che respiro"
Gilles Villeneuve
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