Voronoff e Ducati, quel binomio fantastico
Un bel pezzo scritto dal socio Freddy70
Fonte :
http://www.ducatiusate.com/special-duca ... fantastico Scritto da Alfredo Farsetti
Sabato 26 Giugno 2010 20:08
Mario Rognoni in arte Voronoff, il guru dei motori Ducati
Marzo 1999
Dopo anni passati nell'officina dove portavo il VFR a fare i tagliandi, dove vedevo dei gloriosi 888 SP solo pista che sembravano animati da vita proprio rispetto alla mia asettica mangiariso, decido di comprarmi un Monster 900 Dark.
Le prime modifiche, la conoscenza meccanica di un mezzo sconosciuto, i primi tentativi di tuning, gli scarichi aperti, la pompa radiale... poche cose.
Poi inizi a leggere, ad informarti su chi potrebbe farti una manutenzione attenta e scrupolosa, la voglia di entrare in un mondo un pò antico di gente che fa solo Ducati e li fa al meglio. Dalla mia piccola Pinerolo contatto Voronoff, che era considerato uno dei guru dei motori Ducati, e decido che un giorno di settembre gli avrei portato la moto per il tagliando e per qualche lavoro.
Ovviamente il giorno dell'appuntamento diluvia e mi faccio 210 km di pioggia battente, fino a Milano, fino alla Martesana, che per me che non avevo mai visto Milano sembrava uscita da un film anni 70.
Mi aspettavo un qualcosa di tecnico e moderno, e invece entro in un cortile di un elettrauto, e al fondo un portone a vetri con dentro un garage piccolo ma bello pieno. Pieno di sogni, pieno di cose che vedi sulle riviste... un tornio e una fresa in un angolo, delle campane frizione fatte dal pieno nel box, delle piastre di sterzo e dei perni ruota.
In un angolo una Ducati 996 SPS con tanto magnesio, un serbatoio di una Britten e le fote della Britten appesa, i caschi vecchi e una maglietta autografata appesa.
Gli adesivi del TT e rimandi all'isola di Man.
Sul banco motori lucidi e condotti lavorati, una moletta che gira e fa il lavoro di fino. Tanti Monster uno più bello dell'altro, quello di Voronoff che sembra normale ma che fa 90 CV, quelli dei 2 fratelli "Full Carbon" con serbatoio e tutta la vestizione di Carbon Dream.
Adesso si vede tutto e si trova tutto... ma nel 2000 un serbatoio in carbonio e dei marvic in alluminio scomponibili facevano sbavare parecchio.
In mezzo a tutto questo un anziano signore alto non più di 160 cm che ti fa venire voglia di non vendere mai una Ducati per come ne parla e per come ti spiega le cose, per la cura che vedi da tutte le parti. Il signore è Mario Rognoni in arte Voronoff, dal nome del medico anni 60 che aveva "inventato" l'elisir della giovinezza.
Il nome se lo era conquistato con le vecchie giapponesi dell'epoca, quando i telai si torcevano a mano e lui metteva le pezze rinforzando e montando traversini, facendo piastre e forcelloni.
Poi con la pensione il passaggio a fare solo Ducati e principalmente il motorista.
Dopo avergli lasciato la moto mi sono allontanato nella pioggia della vecchia Milano, tra il naviglio e la ferrovia, con le case che si affacciano dentro e un senso di retrò dentro.
Quando dopo 10 giorni sono andato a ritirare la moto era fuori nel cortile, accesa e calda, lavata ingrassata pulita e perfetta. Alla moto era stato fatto tutto quello che serviva, senza chiedere senza dover chiedere. La cura che ci aveva messo io non l'avevo vista da altri meccanici ed è il motivo per cui ho sempre portato il vecchio Monster e quello nuovo da lui per certi lavori. La passione che è riuscito a trasmettermi e le consulenze che mi ha dato mi hanno aiutato a farmi i lavori da solo e meglio.
Tra gli avventori di Voronoff anche un certo Talamo:
In quegli anni ho incontrato Talamo un paio di volte presso l'officina del preparatore Ducati Mario Rognoni (in arte Voronoff) a Milano in via Prospero Finzi: si conoscevano perchè il Voronoff in passato era stato un grande attrezzista e da un pezzo di alluminio era in grado di costruirti/ricostruirti qualunque cosa tu gli chiedessi (e lui concordasse che non fosse una cazzata) ed a Milano era praticamente un'istituzione x tutti i "paciugoni" del settore e per gli appassionati di moto d'epoca che costantemente abbisognavano di ricostruire qualche pezzo ormai introvabile; inoltre in quel periodo il Voronoff era anche capomeccanico della Britten del team CR&S (dell' ex socio di Talamo Roberto Crepaldi), ruolo sostenuto fino al Tourist Trophy del 1996 (finito con l'incidente mortale al pilota Mark Farmer il giorno dopo che il Voronoff se ne era tornato a Milano in totale disaccordo su come i tecnici neozelandesi della Britten stravolgessero la moto ad ogni turno di prove) e lui talvolta capitava lì casualmente al Sabato verso sera, in quel covo di Ducatisti sfegatati, in sella a qualsiasi moto ma sempre con le Superga senza calze... riusciva pero' a porsi come la persona piu' normale del mondo anche se nel 1995-96 il fenomeno Numero Uno/Harley a Milano era all'apice.
Quell'officina ha preso fuoco 4 anni fa, per un cortocircuito di un frigorifero vecchio come l'officina stessa. Bruciando si è portata via anni di storia Ducati e storie di passione, di gente che arrivava lì e che raccontava le proprio esperienze. Di clienti che non sono i clienti Ducati di adesso, che si fanno montare le cover del serbatoio in finto carbonio. Gente con Monster preparati quando i Monster si contavano sulla mano in giro, gente con 851 e 888 SP, personaggi che ho visto lì e sono sicuro mai vedrò più in un Ducati store.
Voronoff è "risorto" in un altra officina ma lo spirito non è più quello, la storia e la passione di quei vecchi muri son finiti con quei muri. Nella nuova officina sono arrivati giovani rampolli dei Monster club, gente che capitava lì per caso a far lavare la moto e molti altri.
Lo zoccolo duro dei clienti se lo ricorda diverso, senza l'officina patinata.
Adesso a causa di un grave incidente Voronoff non lavora più e si è chiuso un capitolo di storia di questi sferraglianti motori.
Io lo ricordo mentre fresa campane e mentre al telefono ti consiglia su come rimontare qualcosa la domenica mattina quando non sai più cosa fare.
Goditi la pensione Mario...
[Modificato da D@go 30/06/2010 12:48]
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