Prova Ducati 749S model year 2004

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Wavebass
00mercoledì 24 marzo 2004 14:31





La versione cattiva della Supersport bolognese guadagna cavalli e raffinatezza di sospensioni.

Questo è quanto confermato da Mamma Ducati a Barcellona, occasione nella quale ci è stato anche permesso di sfruttare il maestoso Circuito di Montmelò per saggiare le caratteristiche di erogazione della nuova 749S, modello al quale si aggiungerà un’ancor più “virile” versione “R”.
Tre differenti motori, insomma, equipaggeranno quattro diversi modelli, considerando che i vertici Ducati hanno già introdotto la più economica versione Dark - variante “entry level” della supersport di Borgo Panigale - scelta frutto dell’ottica commerciale di accontentare i fedeli al desmo differenziando il più possibile l’offerta di gamma.

Il modello Dark e quello Base sono già dai concessionari; della più performante 749S ci sarà disponibilità pressoché immediata: il prezzo chiavi in mano è di 14.695 Euro, scegliendo tra le livree rossa o gialla; inutile sottolineare che la Ducati Performance ha già pronta una nutrita serie di accessori utili a personalizzare anche la S. Per la 749R, che costerà sensibilmente di più, bisognerà aspettare febbraio 2004, ma si sa già che, rispetto a quello della S, il bicilindrico Testastretta godrà di un incremento di potenza prossimo ai 6 CV.


Tecnica e comfort

Dai tempi della 851, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. La serie Superbike, infatti, si evolve costantemente, con frequenza maggiore e cambiamenti di portata superiore rispetto agli altri modelli della casa bolognese. La 749 S, pur “giovane”, si aggiorna, e lo fa a partire dal motore. Il Testastretta guadagna sette cavalli: da 103 (dato che la accomunava alla 749 “base”) a 110.
La serie S della 749 beneficia inoltre di soluzioni ergonomiche tipiche della 999: le pedane poggiapiedi sono regolabili su cinque posizioni, in funzione dell’altezza del guidatore e dalla volontà di quest’ultimo di favorire la sportività o il comfort. A ciò si aggiunge lo spostamento orizzontale del gruppo sella-serbatoio (sulla versione monoposto). Quote e caratteristiche generali della ciclistica sono le medesime della 749 base, ma con opportune variazioni, come nel caso del cannotto di sterzo, regolabile agendo su un eccentrico: l’inclinazione può essere posizionata sui valori di 23,5 e 24,5°. È presente un ammortizzatore di sterzo, specificamente progettato dai tecnici Ducati e anch’esso dotato di un terminale eccentrico, che ha lo scopo di adattare la posizione dell’ammortizzatore alle due inclinazioni del cannotto.

Le sospensioni alto di gamma Showa completano la dotazione ciclistica: sono la forcella a steli rovesci da 43 millimetri con trattamento TiN e il monoammortizzatore Showa, entrambi dotati di tutte le classiche possibilità d’intervento sulle tarature.
Una serie di soluzioni tecniche molto evolute, comuni a tutta la famiglia Superbike, interessa la ciclistica, partendo dal sistema di regolazione della catena attraverso cursori sul forcellone, che non influenzano in alcun modo il setup delle sospensioni . Ricordiamo, perché di grande rilievo (ma comuni a tutta la gamma superbike), le soluzioni adottate per l’impianto frenante: pompe freno e frizione radiali, oltre alle pinze “triple bridge” a quattro pistoncini e quattro pastiglie separate.


In pista

Per chi per la prima volta si affaccia nella sua Pit Lane, il circuito catalano affascina e soggioga, soprattutto se Giove Pluvio si diverte ad innaffiare generosamente la pista. Il giorno della prova, infatti, copiosi scrosci d’acqua calano tra le alte tribune, imponenti sopra la schiera di box, dove si trova, ben riparata, la nostra Ducati 749S, coccolata dal meccanico che Ducati ha a noi dedicato. Nonostante l’inclemente meteorologia, la nuova supersport lusinga con quella rassicurante coppia di Pirelli Dragon Rain: l’anteriore è il classico tassellato definito “heavy”, quello, cioè, che non teme nemmeno la pioggia torrenziale. Il posteriore ha un disegno intermedio, che ci consentirà di girare fino al pomeriggio: a queste condizioni non possiamo tirarci indietro… ci tuffiamo (è proprio il caso di dirlo) in pista.

Il già declamato equilibrio cicli-stico della 749S, del quale vi abbiamo parlato poco meno di un anno fa, è rimasto intatto, tanto da rendere meno ansioso il nostro approccio ad un così impegnativo percorso: l’impianto frenante Brembo eccelle per potere decelerante, ma soprattutto per progressività e feeling, praticamente una manna su un tracciato allagato; intanto le sospensioni Showa dimostrano sensibilità agli interventi di regolazione, operazione che porta ad alleggerire il carico sugli pneumatici, altro intervento adeguato alle circostanze ambientali. Ma è il mo-tore la grande novità, e noi siamo qui per metterlo alla frusta: e “lui” non ci delude.

L’alimentazione ad iniezione è quella a cui ci siamo abituati, fluida come nella precedente versione, ed il duttile cambio sembra spaziato apposta per questa pista. Insomma, ogni cosa ben dispone alla rotazione la manopola del gas… e noi eseguiamo! La coppia motrice è quella, robusta, di sempre: il motore gira pulito e pronto fin dai bassi regimi; ai 5/6.000 giri “tira fuori” dalle curve, ruggendo poco prima degli 8.000, oltre i quali la progressione è come rabbiosa; è divertente tenere la 749S lassù, come fosse una quattro cilindri! È solo il limitatore, poco dopo gli 11.000 giri, che smorza la nostra voglia di lasciare scatenare il Desmoquattro, tanta è la forza che sentiamo scatenare sotto al sedere. Eh si, questo nuovo motore ha mantenuto le proprietà di coppia motrice del modello 2003, ma con una maggiore rabbia agli alti… chissà come andrà la “R”!?

Dati tecnici

Motore: bicilindrico a L testastretta, quattro tempi, raffreddamento a liquido, 748 cc, alesaggio per corsa 90x58,8 mm, rapporto di compressione 12,3:1, potenza 110 cv/10.500 giri, coppia 78 Nm/8.500 giri, alimentazione a iniezione elettronica Marelli, impianto di scarico catalizzato, omologazione Euro 2.

Trasmissione: primaria ingranaggi a denti dritti, cambio a sei marce, frizione multidisco a secco con comando idraulico, finale a catena (pignone 14, corona 38).

Ciclistica: telaio a traliccio in tubi d’acciaio, forcella Showa a steli rovesciati completamente regolabile, forcellone con monoammortizzatore Showa completamente regolabile, cerchi in lega leggera a cinque razze da 17”. Freni: anteriore doppio disco semiflottante da 320 mm con pinza a quattro pistoncini, posteriore disco da 240 mm, pinza a due pistoncini. Pneumatici: 120/70 e 180/55.

Dimensioni e pesi: lunghezza 2.095 mm, altezza sella 780 mm, peso 199 kg. Capacità serbatoio: 15,5 litri (riserva 3 litri).


da motonline
lespaul76
00mercoledì 24 marzo 2004 14:57
bella![SM=x35610] La prima foto è spendida...
markios
00giovedì 25 marzo 2004 11:43
In un futuro...
spero prossimo...
LA COMPRO![SM=x35592]

TROPPO FIGA ANCHE SE LA RRRRRRRRRRRRR! [SM=x35587]

Cià!
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