Molto interessante questo articolo del tech cafè sul sito Ducati: (
http://www.ducati.com/it/bikes/techcafe.jhtml?detail=article&value=technical&part=technical&artID=25)
...750÷1000 raffreddamento a liquido (1976) E', questo, il primo quattro cilindri pensato per la produzione. Taglioni si lancia in un 4 a V di 90° con distribuzione desmodromica a singolo albero a camme in testa (uno per bancata), mosso da cinghia dentata e pulegge (Pantah docet!).
Raffreddato a liquido grazie ad una pompa alloggiata nella parte anteriore, era progettato per le cilindrate di 750 e 1000 cc: in Ducati ne possediamo un manichino ben conservato, parte in metallo e parte in legno. Esaminandolo scopriamo subito che il basamento è monoblocco a tunnel (come sulle auto): in pratica, l'albero motore veniva inserito da un lato
L'alimentazione era affidata a un solo carburatore Dell'Orto di 40 mm per bancata. Il management Ducati (allora a controllo statale: una gestione più politica che tecnica, quindi) non approvava la complicazione ed il costo del raffreddamanto a liquido (10 anni dopo universalmente diffuso su questo tipo di motori!) ed impose a Taglioni di cambiare rotta.
1000cc desmo air-oil (1978÷82) Il "ripiego" del Dottor T fu un raffreddamento misto aria-olio (successivamente glorificato dalla serie di GSX-R di Suzuki: Taglioni era indiscutibilmente avanti di 10 anni): ne uscì questo 1000cc, derivato dal precedente modello ma alimentato da quattro carburatori, che al banco prometteva non meno di
130CV a 12.000 giri/min.
La frizione era multidisco a secco con molla a diaframma, mentre l'albero motore, sostenuto da un unico cuscinetto di banco liscio (!), aveva le manovelle a zero gradi,
proprio come l'odierno Desmosedici.
In pratica, sembrava l'accoppiamento di due Pantah 500, da cui il nomignolo "Bipantah".
Come si vede nelle foto, il motore (in questo caso un grezzo di fusione) era quasi completato da un telaio appositamente sviluppato (notare la sospensione posteriore a monoammortizzatore) e Taglioni era addirittura lanciato verso una versione ad iniezione meccanica che avrebbe garantito
150CV.
Nei primi anni '80, però, la direzione Ducati, in vista dell'acquisto da parte del gruppo Cagiva, chiuse definitivamente questo progetto, sostenendo che -rispetto ai 4 cilindri giapponesi classe 750 che stavano invadendo e dominando il mercato mondiale- era troppo grosso e pesante.
Ai posteri l'ardua sentenza!... §69§ §69§ §21§ §21§ §71§ §71§
C@xxo 30 anni avanti!!! §16§ Santo subito!!!