"lineadombra2004":
"gavin":
Appunto, si faceva prima a trovare un pilota adatto alle caratteristiche della D16, senza snaturare la "rossa" nel triste tentativo di farla somigliare ad una jap (con tutto il rispetto per le jap, che sono però altra cosa) mandando all'aria storia e tradizione "Ducati".
In SBK, Altea ci riesce a far stare davanti una Ducati NON giapponesizzata.
QUOTONE
ma secondo te com'è che l'hanno snaturata? In cosa assomiglia ad una jap?
L'esempio della SBK, dove la 1198 NON è dotata di deltabox e del motore burroso della CBR, non ti basta.
Ti basterà però ricordare che i telai ed i motori Ducati hanno una filosofia diversa da quelli jap (ripeto, senza nulla togliere alle moto jap) e questa prerogativa, oltre ad essere un segno distintivo della casa italiana, si riflette anche nei prototipi della MotoGP e nelle derivate di serie SBK (almeno fino all'anno scorso, anche per la D16).
Cambiare erogazione di un motore non è cosa da poco, non è come adattare alle esigenze del pilota le geometrie e le quote ciclistiche (lo so anch'io, pensa un pò) significa snaturare un progetto che vuole una moto esuberante, esplosiva, magari sacrificandone la docilità, che chiede una guida "maschia", tutto fisico e dua palle grosse come quelle di Stoner (ma un eccellente esempio del recente passato sono anche le palle di Bayliss).
D'altra parte, confrontarsi con i jap nel loro terreno, significa inevitabilmente soccombere, sono troppo avanti nel loro campo per temere il confronto con una Ducati che cerca di clonarli. Come nel 2007, Ducati deve puntare ad altre strategie, ad altre caratteristiche della moto, quelle che gli sono proprie, deve sposatare il "campo di battaglia" sul terreno che gli è più favorevole; per fare questo ci vuole una moto ideata in modo diverso, secondo la propria filosofia (che è stata vincente e lo è ancora in SBK) e il pilota in grado di sfruttarne il potenziale.
Stoner e Bayliss avevano queste caratteristiche. Rossi NO !