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27/11/2009 19:27 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "DESMO_PHATE":
Grazie 695, ottimo questo topic.
grazie grazie grazie! §24§ |
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29/11/2009 11:12 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. stamattina è il turno di Andrea! §95§ Andrea Brunetti, dai salumi ai motori! §32§ “I prosciutti li so disossare ancora”. Per Andrea Brunetti, le cose sono andate così: dai salumi ai motori. Cose che possono succedere, in Emilia, dove la passione è forte per entrambi. Trentott’anni, anni, sposato e con due figli, Andrea ha esordito nel mondo del lavoro al supermercato, dietro il banco degli insaccati, a 16 anni. La passione per la meccanica lo ha portato rapidamente a smettere il grembiule bianco per indossare la tuta da metalmeccanico, timbrando il cartellino in una azienda di riparazione macchine utensili. Nel frattempo, a casa… “A casa, succedeva che mi occupavo di moto. Mai avuto la tentazione di fare il pilota; ciò che mi piaceva, era lavorare sull’oggetto motocicletta. Ho iniziato con moto da cross, per poi passare alle custom: sono oggetti spesso semplici, e modificarli, e magari migliorarli, è possibile. E’ una sorta di modellismo: solo, gli oggetti sono più grandi”. La passione di Brunetti (ce n’è un altro, con lo stesso cognome, in Ducati, ma non sono neppure parenti) è iniziata da bambino quando il padre, caricandolo sul sellino posteriore di una Guzzi 500 sport, lo scarrozzava tra le balze dell’Appennino tosco-emiliano per dare una occhiata alle gare in salita. “Lasciato il supermercato, ma era interessante: mi piacciono le attività in cui ci sia rapporto con il pubblico, e le macchine utensili, ho lavorato otto anni da un concessionario che importava custom. Poi, una domanda alla Ducati ha cambiato la mia vita: mi hanno assunto al reparto corse. Sviluppo Superbike. Ho iniziato con le 998 per poi passare alle 999; più tardi, ho aperto una mia officina, continuando però come collaboratore esterno di Borgo Panigale nell’attività di sviluppo delle Bridgestone. Tra il 2000 ed il 2003 ho avuto il piacere di partecipare a tre Daytona e, complessivamente, ad una decina di gare in Usa. Nel 2006 sono tornato al box della MotoGP con Gibernau; dal 2007, mi trovate nel garage di Stoner. Da allora in poi, sempre con Casey: e sono tremendamente contento §51§ ". |
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29/11/2009 11:32 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. to be continued.. §95§ |
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30/11/2009 13:07 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. Scusami ma nn ho ben capito Andrea di cosa si okkupa? |
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01/12/2009 15:54 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "francoo":
Scusami ma nn ho ben capito Andrea di cosa si okkupa?
ti riporto di seguito un riassunto degli uomini rossi: DIREZIONE TEAM DUCATI Direttore Progetto MotoGP Livio Suppo Coordinatore Tecnico Team Cristhian Populin Direttore Comunicazione Francesco Rapisarda Responsabile Ufficio Stampa Federica De Zottis Team Coordinator Amedeo Costa Amministrazione e Logistica Paola Braiato Assistente Coordinatore Tecnico Team Luigi Mitolo Assistente PR MotoGP Marco Inturrisi Magazziniere Alessandro Zorzi SQUADRA TECNICA CASEY STONER #27 Responsabile Tecnico Stoner Cristian Gabarrini Ingegnere Elettronico Gabriele Conti Capo Meccanico Bruno Leoni Meccanico Roberto Clerici Meccanico Andrea Brunetti Meccanico Lorenzo Gagni Meccanico Filippo Brunetti SQUADRA TECNICA NICKY HAYDEN #69 Responsabile Tecnico Hayden Juan Martinez Ingegnere Elettronico Marco Frigerio Capo Meccanico Davide Manfredi Meccanico Massimo Mirano Meccanico Mark Elder Meccanico Lorenzo Canestrari Meccanico Luciano Bertagna |
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01/12/2009 17:24 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. Ok capito; grazie per la disponibilità e la professionalità con cui svolgi qsto tuo compito di presentazione. |
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02/12/2009 19:17 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. ciao ragazzi! eccomi qua.. questo in foto è Filippo Brunetti! Brunetti: “come pilota ero poco allenato” Filippo Brunetti, 31 anni, meccanico di Casey Stoner, secondo progetto avrebbe dovuto guadagnarsi il pane con la contabilità aziendale. “Mi sono diplomato ragioniere” racconta, con un accento toscano appena accennato. “Quando ho informato la famiglia che avevo intenzione di buttare il diploma alle ortiche, e fare il meccanico, diciamo la la verità: l’hanno presa bene. Qualcun altro, all’esterno, mi ha guardato come matto. Ma loro no; non hanno opposto resistenza”. Filippo è di San Dalmazio, in provincia di Pisa. Un paese dove l’economia si basa su grano, vino ed olio. Al motociclismo ci è arrivato per via delle colline, terreno favorevole alla coltivazione delle piste da cross. “A 14 anni ho comperato una moto; ho iniziato a girare. Ad iscrivermi a gare regionali. Quanto valevo come pilota? Diciamo che ero poco allenato…”. La passione, da sola, non basta. “Prima che il meccanico, ho lavorato per l’azienda della nettezza urbana: guidavo il camion compattatore a Montecatini. Poi, ho fatto il frantoiano (operaio in un frantoio, dove si spremono le olive per ricavarne l’olio): ma lì ero già a mezza strada, visto che il frantoio era di Maddii (un grande delle ruote artigliate), e che per lui lavoravo d’estate come meccanico nel cross, e d’inverno nel frantoio, come secondo mestiere”. “Il primo passo” riepiloga “è stato però nella officina di Mariani, a Montecchio di Pesaro. Campionato europeo. Poi Madii, appunto, nel 2001, 2002, 2003. Meccanico di Stevanini, Traversini, Coppins (per qualche gara), Monini. Nel 2004, Supermotard. Nel 2005-2006, Superbike. Dal 2007, MotoGP. Da quest’anno, in Ducati”. Una certa varietà. “Esatto. A ben vedere, mi mancano soltanto trial ed enduro”. Hobby: motocross e sci. |
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02/12/2009 19:19 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. p.s ma perkè tutte le foto degli uomini rossi che avevo postato qui sono andate via? §57§ |
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03/12/2009 10:04 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. 695 sai che ti sei preso l'impegno di farci passare l'inverno con le storie degli uomini Ducati vero? Io sarei contento se quando hai finito con Stoner ci presemtassi anche quelli di Hayden. |
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03/12/2009 12:14 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. Caspita e io pensavo che tutti i meccanici dei team corsaioli fossero come minimo ingegneri....poi mi ritrovo Filippo Brunetti che come me è ragioniere, mi viene qsi da ridere. Allora vuol dire che pure io ho buone possibilità (skerzo)!!! |
| | | Post: 2.964 | Monsterista implume | OFFLINE | |
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03/12/2009 16:59 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. io quasi quasi il cv jelo mando §51§ §51§ §51§ |
| | | Post: 1.149 | Monsterista implume | OFFLINE | |
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03/12/2009 19:21 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "DesmoJoker":
695 sai che ti sei preso l'impegno di farci passare l'inverno con le storie degli uomini Ducati vero? Io sarei contento se quando hai finito con Stoner ci presemtassi anche quelli di Hayden.
io ve li presenterei volentieri ma.. ho paura che poi andiamo off topic.. per cui più che presentarveli ome gli uomini di Hayden ve li presenterò come i vicini di Casey così rientriamo nel topic! §51§ |
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03/12/2009 19:22 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "francoo":
Caspita e io pensavo che tutti i meccanici dei team corsaioli fossero come minimo ingegneri....poi mi ritrovo Filippo Brunetti che come me è ragioniere, mi viene qsi da ridere. Allora vuol dire che pure io ho buone possibilità (skerzo)!!!
te lo auguro di cuore! §42§ |
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03/12/2009 19:43 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "695giornidopo":
"DesmoJoker":
695 sai che ti sei preso l'impegno di farci passare l'inverno con le storie degli uomini Ducati vero? Io sarei contento se quando hai finito con Stoner ci presemtassi anche quelli di Hayden.
io ve li presenterei volentieri ma.. ho paura che poi andiamo off topic.. per cui più che presentarveli ome gli uomini di Hayden ve li presenterò come i vicini di Casey così rientriamo nel topic! §51§
Tranquillo. Al limite invochiamo l'intervento di un "moderatorte" per far cambiare il titolo del topic. P.S. Continua cosi che questo topic sta diventando uno dei miei preferiti.
Troy cosa ti rende più orgoglioso della 1199 Panigale?
CHE HA ANCORA DUE PISTONI
RESPECT!! |
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03/12/2009 19:58 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "K.PAX":
Tranquillo. Al limite invochiamo l'intervento di un "moderatorte" per far cambiare il titolo del topic.
nooooooo! ma scherzi? cambiare il titolo a questo topic? nooooooo! MAI! §11§ |
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03/12/2009 20:05 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. è lui il più coccolato: Ginetto! §32§ qui sotto la sua foto.. [ricaricherò appena posso le foto dgli altri sperando che non si cancelleranno inspiegabilmente dinuovo..] Ginetto non è mica il suo nome. Però, ormai, tutti lo conoscono così. Anche Casey Stoner, del cui gruppo di lavoro fa parte. “Gino era mio padre; io mi chiamo Roberto. Roberto Clerici. Però lui, meccanico da Mainini, era piuttosto noto, nell’ambiente. Così, quando hanno iniziato a vederci assieme, hanno preso ad indicarmi come ‘ il figlio di Gino’. Poi, ‘il figlio di’ si è perso per strada, ed è rimasto solo Ginetto”. Con una paternità del genere, è facile capire come Roberto/Ginetto Clerici sia stato preso rapidamente dal morbo della moto. “Di rinforzo a mio padre, come se non bastasse, c’era anche suo zio, direttore alla Aermacchi. Ed il figlio di lui, quindi un mio cugino, collaudatore BMW”. Non poteva fare il macchinista ferroviere, Ginetto. O l’impiegato del catasto. Peraltro, l’inclinazione si è rivelata subito: “Avevo cinque anni; quando vedevo una moto da cross, d’istinto mi mettevo a pulire i tacchetti con un cacciavite”. Insomma, vestiva nell’animo la tuta fin da bambino. Cresciuto, ha iniziato a lavorare con il padre, occupandosi di moto di serie. Poi, ha preso una propria strada: “Io, volevo fare le corse”. §24§ E siccome volere è potere (almeno, entro certi limiti) Ginetto le corse ha fatto. Cominciando mica da zero: il primo con cui ha lavorato è stato Virginio Ferrari. Poi altri, tra cui Romboni (con Ducati). E Corser (Ducati e Yamaha). Dal 1998, sempre con la divisa rossa di Ducati. §42§ Lombardo, 41 anni, fisico asciutto e scattante, Clerici non solo bazzica le moto per mestiere, ma rimane nei dintorni anche quando si tratta di hobby: “Automobiline radiocomandate”. Però, soprattutto, moto, ed ancora moto: da corsa, ovviamente. Ne ha una piccola collezione, arricchita mettendo in comune le proprie forze con quelle del padre. Che ogni tanto, come meccanico, scende ancora in pista: “Sì, certo: nei revival”. Gente da pista, i Clerici. §51§ |
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03/12/2009 20:25 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. bellissimo sto topic! bravo 695! §95§
La gente sono tutti matti. |
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04/12/2009 12:09 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "695giornidopo":
"francoo":
Caspita e io pensavo che tutti i meccanici dei team corsaioli fossero come minimo ingegneri....poi mi ritrovo Filippo Brunetti che come me è ragioniere, mi viene qsi da ridere. Allora vuol dire che pure io ho buone possibilità (skerzo)!!!
te lo auguro di cuore! §42§
Grazie 1000 ma stavo scherzando. anche xkè le mie conoscenze dimeccanica sono molto limitate. Cmq complimenti continua con il tuo lavoro di presentazione. |
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04/12/2009 14:48 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. "e.le":
bellissimo sto topic! bravo 695! §95§
grazie e.le! adesso ripristino le foto.. |
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04/12/2009 15:03 | |
Re: Stoner, per brevità chiamato rider. cavolo! §71§ pensavo si potessero ripristinare le foto! §71§ e invece no! che rabbia! §71§ vabbè fà niente! è il racconto che conta! §51§ “Avevo undici anni; ho mollato la frizione, e sono partito”. §24§ Il ricordo è ancora chiaro, anche se da allora di anni ne sono trascorsi altri trentacinque. Avrebbe potuto essere la scintilla che accendeva una carriera, se Livio Suppo fosse poi diventato pilota. Invece, si è trattato solo di un elemento che gli ha reso più semplice inserirsi nell’ambiente nel quale poi ha sviluppato la parte più importante della propria carriera. Fino a diventare leader del progetto Ducati in MotoGp. Per dieci anni.. §57§ Soltanto quaranta anni or sono, una laurea in Economia e Commercio non avrebbe portato al motociclismo. Forse, quaranta anni or sono nessuna laurea lo avrebbe fatto, visto che a quei tempi si trattava di uno sport che richiedeva più pratica che grammatica. “Ma anche in caso contrario, quaranta anni or sono sarei stato io a rifiutare di fare il lavoro che negli ultimi due lustri invece, è stato il mio”. Perché, quarant’anni or sono, assumere decisioni che coinvolgevano i piloti comportava implicazioni importanti sul come dovessero giocarsi la pelle. Nel corso degli anni, l’attenzione alla sicurezza è aumentata in modo esponenziale; allo stesso modo, è cresciuto l’obbligo di reperire denaro. “Si dice che il mondo giri attorno a due cose: l’altra sono i soldi” conviene Suppo §32§ , che della università, frequentata a Torino, conserva un ricordo che sintetizza in pochi elementi. “Lì ho imparato a vendere” dice, intendendo vendere la propria merce, ossia far rendere al massimo al momento degli esami quello che (poco o tanto) si sa. “Ho imparato anche ad arrivare presto, perché le aule erano enormi, ma senza microfoni per gli insegnanti. Ho imparato a parlare più lentamente, per essere compreso bene”. A quei tempi, la motocicletta si era trasformata da occasione in passione. Dopo qualche tentativo (“molto soft”) di gareggiare, finalmente l’America. Poco prima della divisa, e della Russia. “Sono stato estratto per partecipare alle selezioni per un famoso Trofeo, che si sarebbe svolto in Bassa California. Ho superato le semifinali, poi le finali, risultando tra i due spediti in riva al Pacifico. Si è trattato di una esperienza importante: non tanto per il risultato, quanto per le persone conosciute”. Ed una di queste, un giorno, gli ha infilato in tasca un biglietto per Mosca. Ed a Mosca è volato, ma non prima di aver assolto il servizio militare (nell’Arma) ed essersi dato da fare nel reparto marketing di una famosa Casa dolciaria piemontese. Non era la Ferrari; però ci andava vicino. Comunque, esperienza interrotta da una telefonata. A chiamare, era uno di quelli conosciuti in California. “L’idea – così mi dice – è organizzare una gara che da Mosca arrivi a Vladivostock, sulla costa del Pacifico, dopo aver attraversato l’Asia intera seguendo il tragitto della Transiberiana. Mi ci butto”. Deve però tornare a casa: affari di famiglia. Così, per due anni, si occupa della azienda del padre, che vendeva materiale elettrico all’ingrosso. Due anni, prima di abbandonare nuovamente Torino (“bella città, ma in certi periodi della vita può anche andarti stretta”) per altri lidi. Prima Cuneo (“vendevo la cartellonistica di una squadra di pallavolo”) poi il Veneto. “C’erano weekend in cui non tornavo a casa perché in tasca non avevo i soldi per l’autostrada”. Veneto aveva significato prima scarponi, poi motociclette, perché una delle aziende forniva l’abbigliamento ad Hrc. “E siccome nessuno capiva di moto… Ho anche cercato di portare Valentino Rossi a colui per il quale lavoravo. Non se ne fece nulla; si concluse, invece, con Melandri”. Stiamo parlando di giovanissimi. Poi, la Ducati. “Sono arrivato a Borgo Panigale come direttore marketing. Della mia carriera alla Rossa, sono orgoglioso di alcune cose. Per esempio, aver contribuito a far sì che si decidesse di approdare alla MotoGp. Di avere spinto perché si cambiasse fornitore di pneumatici: era sembrato un azzardo, si è rivelato importante. Anche se non fondamentale, perché fondamentale è stato Stoner §24§ ”. Suppo è abbastanza noto, nel Paddock, per una memoria davvero notevole, che gli consente di immagazzinare e riutilizzare dati anche di Gp lontani. Ed a volte si tratta di informazioni davvero di secondo o terzo piano. Per noi, almeno. “La memoria analitica la devo a Claudio Domenicali e Filippo Preziosi che, da ingegneri, ragionano sempre numeri alla mano, rifuggendo dalle apparenze”. Livio guarda il bilico della Ducati. Rosso, e lo stemma della Casa al centro. Lo indica: “Sono nato dieci anni fa con quello scudetto: lo avevano appena disegnato. Me ne vado proprio mentre si preparano a sostituirlo con uno nuovo di zecca. La mia storia, alla Rossa, è racchiuso tra quei due loghi”. §57§ |
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