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S4: PURA TECNICA

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2003 20:13
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Post: 1.867
Città: ASSISI
Monsterista implume
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24/02/2003 21:31
 
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Ve la rigiro come l'ho trovata :25: leggetela e ditemi se non vi spinge a chiamare il concessionario Ducati :57: !!!
Power naked
Propulsore della "916", telaio derivato dal modello ST, tanta energia da sprigionare ed una tradizione ed un nome che hanno lanciato un concetto nuovo tra le naked: è la nuova Ducati Monster S4, una moto tutta da scoprire…

Non è un caso se il Ducati Monster abbia "costruito" intorno a sé un mondo così particolare. Raramente, nella storia delle due ruote, abbiamo assistito ad un successo così strepitoso capace di ispirare realizzazioni simili da parte di altre aziende. Il "concetto desmo naked" ha colpito un po' come un virus ed ogni altra idea (europea o giapponese), altro non è che una replica di un concetto esclusivo "made in Borgo Panigale". In casa nostra naturalmente, non siamo rimasti a guardare; molti preparatori infatti si sono ampiamente dedicati alla bicilindrica bolognese con risultati entusiasmanti che scoprirete in seguito…
Dopo varie versioni "personalizzate" dunque, la factory italiana ha messo in piedi la propria Monster "incattivita", frutto di un progetto dove ogni singolo dettaglio nasce con l'ausilio di un particolare software Unigraphics che consente la modellazione in 3D. Ecco dunque la S4, moto apparentemente gemellata con la serie "S" ma totalmente nuova e tutta da scoprire. La "chiacchera da bar" infatti, racconta erroneamente il solo travaso del propulsore "quattrovalvole" sul telaio del Monster, punto e basta! Questa energetica S4 invece è molto di più: si tratta di una muscle-naked che vanta - tanto per intuirne i concetti - il telaio a traliccio in tubi di acciaio derivato dalla ST4, l'aggiornamento al biellismo della sospensione posteriore con forcellone in alluminio, un interasse di 1.440 mm, la possibilità di variare l'altezza della moto oltre ad un look mozzafiato. Senza dimenticare il "pompone" da 916 cc per 101 CV a 8.750 g/min. anima irruenta della S4.
Non male questa evoluzione del concetto, non credete?
Punti di forza della naked bolognese sono la grande armonia nello styling, la particolare cura nella scelta delle colorazioni dei vari elementi oltre al particolare manubrio in due pezzi, vincolato direttamente al complesso piastra superiore/forcella. Del telaio ho già accennato: la forcella è Showa a steli rovesciati da 43 mm mentre dietro tutto è filtrato da un "mono" Sachs regolabile con serbatoio separato; la novità è il rinvio di reazione con uni-ball che consente la variazione dell'altezza moto.
Il propulsore vanta la "rivisitazione" del diagramma di distribuzione (meno allungo più coppia) nonché una scatola filtro (dotata di risuonatore) con portata aumentata. A questo si aggiungono la differente centralina - denominata 5.9 - dell'italiana Marelli, i corpi farfallati da 50 mm e i collettori di scarico di identico diametro. Questo in sintesi le caratteristiche più interessanti del progetto S4.
Analizzando staticamente la bicilindrica Ducati, spicca l'immagine prorompente dell'insieme, dove le ruote Marchesini - verniciate in rosso - infondono quel tocco racing in più; a questo si aggiungono le numerose parti in carbonio (parafanghi, fianchetti, paracalore e coperchi distribuzione) nonché l'elegante colorazione grigia scelta per la struttura a traliccio. Sotto al magico intreccio tubolare, osserviamo curiosi il "desmo" da 916 cc: tutto è ora più pulito nell'assemblaggio/sistemazione ed i tratti metallici del propulsore sono rotti solo dalle tubazioni in gomma dove scorre il liquido di raffreddamento. Sul lato sinistro della S4 si nota la pompa idraulica della frizione dotata di spurgo sull'estremità; in basso è sistemata la stampella laterale (finalmente un azionamento facilitato senza l'effetto "supersonico" in ritorno!!), dotata di sensore antiavviamento.
Semplici e funzionali le due pedane per pilota e passeggero che fungono anche da supporto per gli scarichi.
Dall'altro lato regna solitaria la cartella della distribuzione ed il motorino di avviamento, quest'ultimo abbastanza in vista. Rimanendo sulla parte bassa della moto, fanno senz’altro scena i due grandi dischi Brembo da 320 mm serviti da pinze a quattro pistoncini di diametro differenziato (30 e 34 mm) mentre dietro campeggia un elemento singolo da 245 mm con pinza a doppio pistoncino.
Ho dimenticato qualcosa? Beh, certamente il piccolo cupolino, le belle pompe radiali con comandi regolabili e le tubazioni in treccia metallica. La strumentazione è completa con tachimetro e contagiri e spie strumenti distribuite sul cockpit. Al contrario, sarebbe opportuno perfezionare il fissaggio degli specchi, abbastanza precari quando si viaggia forte…

Sempre divertente
In redazione c'era parecchia attesa per la new Ducati e quando la S4 è finalmente arrivata siamo rimasti tutti un po' sorpresi… Ma cosa c'è di tanto sorprendente in un oggetto come questo? Dopotutto la Monster la conoscevamo già, ma qualcosa ci ha incuriosito prima ed affascinato poi. A colpo d'occhio è stato il potente bicilindrico della 916 a destare questo fermento emotivo ed infatti gran merito spetta certamente al suo inserimento all'interno della Monster, nonostante questa moto appartenga - lo ripeto - ad un progetto totalmente nuovo.
Ho avuto modo di "ascoltare" la S4 su strada ed in pista e questo ha fatto scaturire un pensiero assolutamente positivo nei confronti della "desmo 4". Va detto che questa creatura è adatta a rider che utilizzano la moto nei tratti a corto/medio raggio, non tanto per le caratteristiche di guida (un'incredibile goduria, lo dico subito!) ma principalmente perché, alla lunga, si avverte un po' di affaticamento ai polsi così come al tratto cervicale. Ciò è dovuto alla scarsa protezione generale anche se il piccolo cupolino protegge dignitosamente fino ai 140 km/h indicati. Quindi il consiglio è: grandi "battaglie" sul misto ma velocità ridotta in autostrada per arrivare a destinazione senza troppo stress…
La posizione di guida non è molto diversa dalla "sorella S", in quanto il differente manubrio aiuta a "caricare" di più l'avantreno anche se, con il nuovo elemento, la tendenza è quella di guidare con le braccia più larghe; inoltre per i "piccoli" di statura (165/170 cm) c'è un continuo inseguimento verso il manubrio per la ricerca della posizione più comoda.
A questo aggiungo l'eccessivo contrasto nell'azionamento della leva frizione (nonostante il comando idraulico) che, specie nell'uso cittadino, conduce inevitabilmente ad un indolenzimento della mano e dell'avambraccio (c'è pur sempre la palestra però!). Sempre in questa condizione si scopre il buon lavoro offerto dalle sospensioni che filtrano bene ogni asperità; magari la forcella andrebbe un po' scaricata di molla per non soffrire troppo sul pavé. Tutto bene invece al retrotreno che garantisce un buon comfort di marcia per il pilota e per il passeggero anche se, a dirla tutta, deve amarla davvero questa S4… per via della ridotta porzione di sella.
Ma come si comporta il propulsore da 916 cc?
Nel breve test cittadino ho notato un'eccellente coppia motrice, anche se non consiglio di scendere mai sotto i 3.000 giri per evitare fastidiosissimi strappi di trasmissione; sopra tale range operativo si guida bene con un motore molto legato al gas che reagisce come un felino alla minima sollecitazione della manopola. Attenzione però a dosare l'acceleratore sul pavé, perché l'elevata coppia trasmessa a terra può farvi trovare immediatamente di traverso che, per quanto possa sembrare un’ intrigante condizione, non è certo il massimo in termini di sicurezza di guida. Concetto chiaro?
Ottimo il funzionamento del cambio, sempre preciso negli innesti e non troppo rumoroso; una bella sorpresa davvero snocciolare con delicatezza tutta la rapportatura, segno evidente di un progetto studiato con cura nei dettagli (anche se qualcosa come detto si può migliorare).
Nel lasciare la città diretto verso la pista, durante una sosta per il “pieno” di carburante, ho conosciuto un appassionato ”DOC” che ha mostrato un gran interesse per la moto in questione. Prima timidamente, poi con solerte decisione, l'interessato si è avvicinato chiedendomi informazioni dettagliate sull'aggressiva ed eclettica Monster S4, confermando le mie prime impressioni. Questa moto piace non c'è dubbio, per via dell'originalità che ne ha fatto un best-seller tra le naked.
Intanto l'ingresso dell'Autodromo di Vallelunga appare davanti alla mia visiera scura. Non ho molto tempo a disposizione e quindi entro in pista senza pensarci troppo… visto che la voglia (concretamente si tratta di un'esagerata curiosità) di sentire la S4, supera ogni immaginazione.
Ritrovo la precisione e fluidità del cambio mentre cerco di entrare - insieme alla moto - in temperatura. Poco più di 500 giri tra un rapporto e l'altro ed un innesto deciso con il minimo sforzo del piede, davvero bene! Inizio a tirare un po': la spinta del bicilindrico si fa sentire da 3.000 g/min con corposa sostanza che diventa più robusta e gratificante intorno ai 5.000 g/min indicati (bellissima la fascia dei medi) per poi "vitalizzarsi" fino a 8.000 g/min. Il tiro è sempre costante e questo aiuta non poco a tirarti fuori dalle curve più lente oltre che a "supportare" qualche errata valutazione di cambiata…
Non serve”tirare il collo” ad ogni rapporto per sentire di cosa è capace il "desmopompone" della S4, comportamento che invece ti fa girare più piano, cronometro alla mano. Meglio lasciarla scorrere, farla salire di giri senza "impiccarla"; il risultato è di fatto più gratificante. In accelerazione piena si avverte un sostanzioso alleggerimento dell'avantreno, situazione da godimento per gli amanti del wheeling…
Ciclisticamente mi è piaciuto molto il comportamento nei cambi di direzione: in questo caso la moto è rapida, immediata (l'avantreno è sempre incollato al manto d'asfalto!) e le sospensioni assecondano con graduale delicatezza i trasferimenti di carico. Merito - in parte - della copertura anteriore da 120/70 che assicura un appoggio deciso, anche in condizioni di fondo particolarmente freddo. La posteriore da 180/55 offre un buon grip ed è sempre in sincronia con il "mono" posteriore. A tale proposito ricordo che, in uscita dalla "esse", ho erroneamente aperto con decisione il gas e la moto ha accennato una leggera derapata del posteriore. A quel punto ho avvertito lo schiacciamento della sospensione che cercava di seguire quanto stava accadendo e tutto si è risolto con un riallineamento prima della curva "Roma". La S4 va giù in piega rapidamente (un po' di lavoro con il corpo non guasta…) e le traiettorie vengono seguite con precisione. Il ritmo di guida si fa più serrato? Nessun problema, visto che tutto è gestibile senza troppa apprensione o eccessivi "galleggiamenti" del retrotreno.
In staccata la moto è davvero formidabile grazie ad un impianto frenante potente e perfettamente gestibile anche esagerando; pinzando forte e nonostante il brusco trasferimento di carico sull'avantreno (in tal senso anche l'effetto "volano" del propulsore bicilindrico sembra non gravare sull'azione), la moto mantiene la linea senza scomporsi troppo. Davvero una bella sorpresa questa new Monster!
Per concludere cosa posso dire? Beh, se volete una moto esagerata, reattiva, unica ma soprattutto divertente, la S4 è proprio la vostra compagna di giochi. Perdonatele qualche "peccatuccio" di gioventù e lei vi regalerà tanti momenti d'azione firmati Ducati…



[Modificato da iduesoli 24/02/2003 21.32]

Post: 741
Smarmittino
OFFLINE
25/02/2003 17:17
 
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Ciao non ho letto tutto....
Tanto l’ho gia comprato :42:

Post: 2.778
Città: COTIGNOLA
Monsterista implume
OFFLINE
25/02/2003 20:12
 
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Gia lessi a suo tempo. Ora l'S4 lo guido.:23: :25: :39: :42: :57:
:26: :26: :26:

V


"Se la vita ti annega
fatti una ...piega!!!"
:cool: "Wallace" :cool:

[Modificato da wallace 25/02/2003 20.13]

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