Re: è morto Walter Bonatti
"Frenk":
Ho letto. Non conoscevo.
Un saluto rispettoso.
Caro Frenk purtroppo la sua voce in tutti questi anni si è sentita con estremo pudore, e quasi esclusivamente nei suoi libri, perchè la versione ufficiale della conquista del K2 nel 1954 lo ricoprì di infamia. E lui non era certo uomo da invettive. è stato riabilitato solo nel 2008 quando il CAI ha riscritto la versione ufficiale alla luce delle inconfutabili prove che dimostrarono l’apporto fondamentale di Bonatti e dello sherpa Mahdi al successo della spedizione. E soprattutto che Bonatti aveva sempre detto la verità.
Le cose in estrema sintesi andarono così:
Bonatti era l’alpinista più giovane della spedizione e non era tra quelli che Desio aveva designato per il balzo finale alla vetta. Suo compito sarebbe stato quello di portare fino al nono campo le bombole d’ossigeno che avrebbero permesso a Compagnoni e Lacedelli di arrivare in cima.
Lui e Mahdi (lo sherpa) arrivarono fino al punto dove era concordato ci sarebbe stato il nono campo ma non lo trovarono perchè Compagnoni e Lacedelli avevano allestito la tenda in un altro punto, 250 metri più in alto e nascosto alla vista perché (stranamente) posizionato dietro una collina e fuori dalla via designata.
Bonatti e Mahdi arrivarono quasi al tramonto e non trovarono nessuno ad aspettarli e nonostante chiamassero a gran voce nessuno si fece vivo anche solo per controllare dove fossero. Vista l’ora tarda eil buio imminente era impossibile tornare indietro. Dovevano accamparsi lì.
Qualcuno (a ragione secondo me) pensa che Comapgnoni e Lacedelli fecero così per impedire a Bonatti di fermarsi con loro, perché era più giovane e in forma e con ogni probabilità sarebbe stato in grado di raggiungere anche lui la vetta ma senza l’uso dell’ossigeno. Ovvio che la cosa avrebbe oscurato la loro vittoria e Bonatti sarebbe stato considerato il vero conquistatore del k2.
In ogni caso lui e lo lo sherpa furono abbandonati al loro destino. si trovarono a più di 8.000 metri senza un riparo e furono costretti a passare una intera notte esposti ai venti e alle tempeste del k2 a -50 senza sacchi a pelo senza alcun riparo col rischio di morire o perdere degli arti per congelamento (Mahdi in effetti riportò lesioni gravi da congelamento). In qualche modo riuscirono a sopravvivere a quella notte infernale e a scendere.
Lacedelli e Compagnoni la mattina uscirono dalla tenda e andarono a recuperare l’ossigeno che Bonatti aveva portato fin lassù e che non era stato toccato durante la notte. Raggiunsero la vetta e poi, probabilmente per rendere ancora più eroica la conquista dissero che avevano raggiunto la vetta senza l’ossigeno perchè i due portatori l’avevano consumato. Cosa che era impossibile perché né lui né Mahdi disponevano di un respiratore.
Ovvio che sin da subito molte circostanze sembrarono sospette. Ad es. perché Compagnoni e Lacedelli portarono le bombole con tanto di trespoli fino in cima caricandosi di quasi 20 kili a testa se erano vuote?
La verità risuonò sempre chiara nei racconti cristallini che Bonatti ha sempre fatto di questa squallida vicenda ma finalmente venne fuori (in modo fortuito) solo nel 94 e grazie all’accortezza di un medico australiano che ricordò di aver visto due fotografie pubblicate su Mountain World (e che non figurano nel libro ufficiale) in cui in una Compagnoni ha ancora il respiratore applicato alla faccia e nell’altra Lacedelli ha un cerchio di brina intorno alla bocca, segno che si è appena tolta la maschera.
50 anni perché fosse riconosciuta la verità. Dopo il K2 Bonatti non ha più partecipato a spedizioni nazionali ma ha compiuto da solo o con pochi fidati compagni imprese eccezionali nella storia dell’alpinismo moderno. Alcune le ho citate più su, ma leggerle dalla sua penna vi assicuro sono da brividi.