[REPORTAGE] Dalla prov. di Messina a Siena

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carficar
00giovedì 26 luglio 2012 03:16
[REPORTAGE] Dalla prov. di Messina a Siena
Da tempo, sognavo di percorrere nuove strade, attraversare altre regioni, scoprire nuovi paesaggi. Programmare con un amico, un viaggio in moto all'insegna del sano divertimento. Quello che in molti definiscono spirito bikers. Macinare chilometri, fermarsi per un caffè, un'informazione, assaporare gusti e accenti diversi, far esperienza, immortalare momenti e quando s’incrocia un altro centauro, salutarsi alzando il palmo della mano…

Dalla mia Pace del Mela (Me), giovedì 28 sera, proprio al fischio finale di Italia - Germania 2 a 1, mentre gli Azzurri si abbracciano a centrocampo e gioiscono in vista della Finale (infausta) con la Spagna, grato per non avermi fatto partire durante i possibili supplementari, io e il mio Ducati Monster, ci incamminiamo verso una piccola e affascinante avventura. Roma.., l’Abbruzzo.., la Toscana.., ci attendono.

Arrivato a Messina alle 23, mi si presenta un primo inaspettato macigno. Il traghetto per Salerno, prenotato con due settimane d'anticipo con l'ausilio di un amico, è lì ancorato ad aspettarmi, ma... il biglietto è errato. Data la partenza fissata alle 00.30, l'antipatico impiegato della Caronte & Tourist, con poco garbo e molto zelo, mi fa notare come sul mio tagliando non sia riportato giorno 29, bensì il 28 che va a “spegnersi”. Nessuna apertura verso un ragazzo in vacanza, ne alcuna scontistica mi viene in soccorso. Euro 111 e sorridere, e lo farò di certo quando nei giorni a seguire, scoprirò che non vi è alcun modo di rientrare della somma pagata per il biglietto errato! Giù di morale fin dal primo passo ma ricco di speranza per quelli a venire, m’imbarco su questo vascello, pieno di tir e camionisti. Proprio uno di questi, sarà il mio compagno di camera per le otto ore di viaggio nel pieno della notte. Difatti, in fase di organizzazione, sia per risparmiare (con poco successo dato l’accaduto), sia per una maggior apertura al gusto del viaggio, ho scelto di non optare per una camera singola bensì per una che possa ospitare anche quattro viandanti. Dopo una prima mezz’ora di ambientamento in solitaria, mi si presenta di fronte un omone dall’impressionante stazza, rivelatrice di chissà quale voracità, anche se c’è da dire, che a dispetto dei tanti chilometri percorsi, gli autisti di tir, fanno una vita estremamente sedentaria. Un ossimoro quotidiano!
Ancora scioccato per aver regalato alla famiglia Franza una bella somma fuori programma, Alfio, questo il suo nome, mi avverte che è un gran “russatore”, definendomi tuttavia fortunato perché non ha dimenticato la macchinetta che pertutta la notte, lo inalerà di aria fresca e farà dormire meglio lui e diconseguenza me. Fatto un sospiro per il pericolo scampato, inizio a pensare a cosa mi aspetterà nei giorni a seguire. A quali strade nuove e simpatiche potrò traversare. A cosa vedrò.. e perché no, cosa mangerò di nuovo che il mio palato già non conosca. Per me ogni viaggio è cultura e di questa fa parte anche quella culinaria ovviamente. Ogni paese può offrire tanto anche a tavola.
Sono l’una quando molliamo gli ormeggi, Alfio dorme già da una decina diminuti, quando decido di far ricorso ad un paio di tappi per le orecchie che fortunatamente ho messo in zaino. Son riconoscente al marchingegno che non gli permette di russare, ma questo fa un continuo fischio per emettere aria e sta iniziando a diventare antipatico… Buonanotte.
Ore 9.30 di Venerdì 29 Giugno, il porto di Salerno è ben in vista, stiamo per attraccare. Rapida colazione con caffè e latte e via. La moto è ancora legata quando scendo al primo ponte, un gentile operatore sgancia il nastro e mi fa cenno che posso andare. E’ un gioco da ragazzi trovare l’autostrada dal porto di Salerno. Saranno 240 chilometri fino a Roma, fatti di lenta andatura causa "tutor" (non si devono sforare i 140 km/h di tachimetro) e tanta noia. L’A1 è un’autostrada moderna, dotata di tre corsie, l’esser dritta per tutta la sua lunghezza la rende però stancante. Specialmente quando a spalla, si ha uno zaino stracolmo ed a parte la moto non avvezza a taluni tipi di traversate, non si è abituati acerti pesi. Le spalle già dopo una cinquantina di chilometri chiedono riposo! Ma la voglia di arrivare è più forte e per assurdo, dà più fastidio l’immenso sciame d’insetti incrociato poco dopo Napoli che ha reso vano il tuo preparare la moto di tutto punto e quasi oscurato la visiera del casco!

Nella capitale ci sarà Enzo ad aspettarmi, caro marito di un’amica di vecchia data. Un vero appassionato, curioso della vita e dei suoi perché. A bordo delle nostre moto (la sua una Sprint Triumph), diverremo girovaghi per tre giorni.
Alle 12.40 mi fermo all’autogrill “la macchia”, mancano solo 40 km all’arrivo e sia io che il Monster abbiam bisogno di liquidi. Chiamo dicendo che presto sarò nella capitale, Enzo mi indica come arrivare all’Eur, luogo dell’incontro. Mezz’ora dopo, solco le strade romane. La Laurentina, la Cristoforo Colombo e poi l’obelisco della piazza centrale dell’Eur. Talmente brutto e squallido nelle sue fredde geometrie architettoniche da farmi pensare che il duce, è proprio riuscito a farlo a sua immagine e somiglianza.
In una calda giornata di fine Giugno, dopo tanta autostrada e con qualche dolorino alle spalle, raggiungo Enzo, li ad aspettarmi. Un saluto, un abbraccio e via verso Trastevere. L’emozione di percorrere Roma per le sue vie centrali mi cattura subito, mai avrei pensato di farlo a bordo della mia moto. Passare per il Testaccio, per Porta Portese o costeggiare il Circo Massimo è ancora più coinvolgente e guardarli dalla visiera del mio casco li rende unici. È proprio vero che il bello del viaggio non è la destinazione, ma il percorso per giungerci.
Una squisita insalata di riso e delle saporite polpettine mi rimettono al mondo. Quattro chiacchiere per aggiornarsi su accaduti e vissuti e qualche ora di relax prima di ripartire verso la prima vera tappa di questa avventura. L’Abbruzzo dista poco da Roma, libero finalmente dallo zaino, vestiti di tutto punto e come se nessuna fatica mi avesse traversato, in circa un’ora siamo all’Aquila. Non entriamo però nella martoriata città, andiamo dritti verso "Campo Imperatore". Uno splendido altopiano facente parte del GranSasso a 2100 metri sul livello del mare. Ricco di belle strade che si inerpicano fino alla cima, dove un grande osservatorio astronomico, una chiesetta e un hotel ancora attivo (famoso per esser stato l’ultima prigione di Mussolini prima della sualiberazione da parte degli amici nazisti) ne delimitano l’arrivo in vetta. Luogo altresì noto per esser stato il preferito di Papa Wojtyla per le sue lunghe passeggiate. La zona inoltre è talmente bella, che tanti registi l’hanno usata come set per film western o storici. Si può apprezzarne i paesaggi, liberare un po’ il gas delle nostre moto, sostare per godersi un po’ d’aria pulita e liberarsi nella fresca tranquillità della sua vetta. Si parla di almeno quindici gradi meno del caldo afoso di queste giornate.
Sarà stata una l’ora intercorsa tra salita e discesa, tanti i camper incontrati, impegnati a prender i posti migliori in vista della sera e qualche altro motociclista curioso come noi. Bisogna tornare a Roma adesso e il raccordo anulare èstrapieno di gente che per cena vuol essere a casa. Per fortuna su due ruote è più semplice districarsi nel traffico e nel giro di un’ora e mezza siamo a casa. Qui, Enzo è stato tanto premuroso da provvedere anche al ricovero per il mio Monster. Passerà la notte accanto alla sua moto nel garage vicino casa, a riposo prima di un’altra lunga giornata. Per noi, non può finire qui, Angela ha prenotato in un localino all’aperto ed ha preparato una squisita Parmigiana. Docciati e rifocillati, ci apprestiamo a gustare un drink in questo locale, dove incontreremo anche Santi (fratello di Angela) in mezzo ai più disparati ballerini di Salsa e Merengue che la fanno da padroni!
Sabato 30 Giugno 2012, ore 10.20, dopo la colazione e senza alcuna fretta, partenza per la Toscana. Montepulciano la destinazione. Questa volta, grazie al classico ragno elastico da serbatoio,preferisco ancorare lo zaino al posto passeggero… Percorreremo la vecchia Cassia in 230 veloci chilometri, sperando vivamente di non distogliere alcun autovelox! Scorrendo i vari paesi e facendo sosta qua e la per un caffè o un succo di frutta, di breve riparo dal sole cocente, sentiremo consigli su quale strada più divertente affrontare per giungere in Toscana. Modificheremo leggermente il percorso concordato nelle varie telefonate e visto sull’ormai indispensabile google maps, non abbandonando più la Cassia dopo Bolsena, bensì dopo aver raggiunto Acquapendente. Comprendendo di aver valicato il confine tra Lazio e Toscana, alla vista dei primi campi di girasole ed alla cura certosina dei terreni.
Il gran caldo inizia a renderci stanchi, accentuando, data l’ora,anche la fame. In località “Le Piazze”, proprio sulla provinciale denominata “strada del Polacco”, facciamo sosta per pranzo “all’Hosteria de Le Nane”. Lo squisito antipasto, in cui un salame locale chiamato “la finocchiona” la fa da padrone e un primo di “pici” fatti in casa all’anatra, solleticano il miopalato. Giusto quattro bottiglie d’acqua e poco vino (siamo pur sempre su due ruote) per ristabilire certi equilibri e si riparte. I due figli della cuoca dell’Hosteria, simpatici e loquaci, ci indirizzano verso alcuni interessanti tornanti. Tramite la “strada provinciale della Montagna di Cetona”, giungiamo a“Sarteano”, quindi a “Chianciano Terme”. I ragazzi avevano ragione, questa strada poco battuta non è affatto male e in poco tempo, ci ritroviamo a Montepulciano. Enzo ha prenotato in un bel agriturismo in località Abbadia di Montepulciano. “Il Greppo” è la classica azienda agricola a conduzione familiare. Siamo un tantino in ritardo in verità, arriviamo quando l’orologio indica le 16.30, ma è una vacanza! Il titolare e la moglie ci accolgono col sorriso e un buon bicchiere di vino bianco fresco. La tenuta è davvero notevole. Tanti vigneti, tanto spazio, vari dislocamenti di appartamenti, una gran sala ristorante e un’invitante piscina. Parcheggiato all’ombra, notiamo la presenza di due moto da turismo provenienti dalla Norvegia.., loro si che hanno percorso una lungatratta! Comunque, preso possesso della camera, in men che non si dica, siamo a bordo piscina. Sembrerà strano, ma nel preparare lo zaino, entrambi abbiam dimenticato il costume. Può mica fermarci un così minimo particolare, infronte a quest’azzurro specchio!? Enzo in pantaloncini, io in slip nero e il relax è servito!

Sempre infase di programmazione itinerario, si era evidenziato un simpatico percorso peri paesi intorno a Montepulciano. Alle 18.30, come se non avessimo cavalcato ancora le nostre moto, partiamo per un giro di 120 chilometri! Il mitico Tourist Trophy, di cui ho tanto parlato ad Enzo in questi bei giorni, è fatto di 60 chilometri per le vie dell’Isola di Man in Inghilterra. Senza esagerare mai ma con tanta allegria in corpo, batteremo il nostro personale circuito.

“Torritta diSiena” verso nord è il primo paese su cui ci dirigiamo, “Trequanda” e poi giù in direzione “San Giovanni d’Asso”.
La strada scorre in modo unico, si scollina per trovarsi di fronte ad un campo di meravigliosi Girasoli, si accelera e dopo qualche curva si è immersi in fieno a perdita d’occhio e trebbiatrici a lavoro. Dopo un bel tornante, ci si trova tra poderi ricchi di verde e gente a lavoro a contatto con la natura. L’emozione e la pelle d’oca di fronte a tanta bellezza e perfezione mi rendono felice. Penso a quante volte ho sentito dire ad amici: “vorrei trasferirmi in Toscana e vivere li per sempre”. Come non capire adesso..., specialmente quando noti come ogni metro di terra sia coltivato e dunque valorizzato e tra i vari possedimenti, non esista un muro, una rete, non un cancello! La concezione di possesso è ben diversa da quella a me impartita. I cipressi, talvolta, son usati come delimitatori e questo è tutto dire. Invidiabile.
Giunti a “Torrenieri”, proseguiamo verso “Montalcino” località famosa per il "Brunello", qui facciamo una pausa caffè e riusciamo a gustare meglio l’ennesimo e interessante centro medievale. Inizia a tramontare quando ripartiamo in direzione “San Quirico d’Orcia”, errando qualche incrocio e tornando sui nostri passi, giungiamo a “Pienza”, località nota per il formaggio di fossa. Ad una sosta per l’ennesimo bel paesaggio, notato che si son fatte già le 20.30, per correttezza chiamiamo l’agriturismo, dicendo che alle 21 saremo a tavola. La risposta della signora ci spiazza: “la cucina è chiusa, il secondo turno era alle 20”. La globalizzazione ci ha davvero catturato, è sembra di non essere in Italia ed in estate per giunta. Desiderosi di una cena dal sapore toscano, terminiamo il nostro giro a Montepulciano al ristorante “Il Pulcino”, zozzi (ma per nulla puzzolenti…) e incuranti del nostro abbigliamento motociclistico. Nulla di trascendentale in questa trattoria, sicuramente tanta scelta tra i prodotti di produzione propria, un bel terrazzo arieggiato e una bistecca “fiorentina” da un chilogrammo da dividerci! Siamo stanchi ed il letto del “Greppo” ci attende ma una capatina nel centro di Montepulciano e d’obbligo. Purtroppo anche qui, quando non è nemmeno la mezzanotte, scopriamo che i locali son già chiusi e la passeggiata per l’affascinante via centrale è quasi deserta. Dopo aver bevuto un caffè nell’unico bar ancora con le saracinesche sollevate, cogliamo l’occasione e con le moto ci rechiamo nella famosa e stupenda “Piazza Grande”. Gustandoci, insieme a pochi altri, un silenzio irreale e una “frescura” tanto agognata. Quattro chiacchiere e poi di rientro, l’ennesima immagine da ricordare. Un ragazzino in scooter che ci precede, lascia la propria ragazza all’entrata di un lungo e stretto sentiero in mezzo ad un campo di grano che sfocerà di fronte ad una casa rurale, illuminata dalla sola luce della luna piena. Come in un film!

Domenica 1 Luglio 2012, si decide di recarci a Siena dove il giorno dopo si correrà il primo Palio dell’anno (sarà vinto dalla Contrada dell’Onda). Dall’Abbadia di Montepulciano, sono circa 80 chilometri, nemmeno molti. Tramite la Cassia, “ritrovata” all’altezza di San Quirico d’Orcia e attraversando qualche paese, nel giro di un’ora e mezza siamo in loco. Troviamo parecchi motociclisti per strada e qualche auto d’epoca. Fermi in un bar, leggo una targa in memoria di alcuni partigiani caduti per liberare l'Italia dai fardelli fascisti, qui si è fattala storia ed è giusto ricordarlo.

L’entrata di Siena è talmente facile e veloce che senza neanche star molto attenti, in mezzo a tanti turisti, ci ritroviamo a pochi metri da Piazza del Campo. Un vigile ci ammonisce... continua

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melo
Placebo
00giovedì 26 luglio 2012 17:47
[Reportage] dalla prov. di Messina a Siena
Complimenti sul serio! Mi hai emozionato....:) mi hai fatto venir voglia di un giro sulle colline del Chianti!


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Gex Mordillo
00giovedì 26 luglio 2012 18:42
Re: [Reportage] dalla prov. di Messina a Siena
Complimenti per il tour e per il reportage che per come è stato narrato mi ha fatto immaginare tutto quello che avrai sicuramente anche fotografato.
Unico neo: aver percorso Salerno - Roma (A/R §26§ ) in autostrada piuttosto che aver scelto di percorrere delle strade tipo la Costiera Amalfitana, per iniziare, per poi proseguire verso il Molise raggiungendo l'Abruzzo ed infine nel Lazio con delle strade da far leccare i 'baffi' degli pneumatici appena montati... §29§
carficar
00giovedì 26 luglio 2012 20:03
Re: [Reportage] dalla prov. di Messina a Siena
Grazie ragazzi, troppo buoni. E' stata una gran bella passeggiata!
Ho valutato per giorni la tratta verso Roma..., la Costiera Amalfitana era molto invitante. Tuttavia i tempi ristretti non mi erano a favore ed ho dovuto optare per la stressante A1.
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