[Reportage] 15-19 Luglio '09 - 15 passi sulle Alpi
ciao
In questi anni ho letto e riletto le vostre mille avventure a giro per il mondo, adesso posso finalmente raccontare la mia. Anzi la nostra: Dios e Lordigu alla conquista delle alpi §29§
Partenza mercoledì 15 luglio ore 18:30 da Lucca, con carte alla mano, belli gasati. Fa un caldo pazzesco e ci aspettano 300 e passa km di trasferimento in autostrada, ma ne vale la pena per essere il giorno successivo ai piedi delle dolomiti.
La strada passa in fretta, l'appennino FI-BO nonostante le tante curve è una tortura con tutti quei tir che ti sputano mer*a in faccia... poi ancora su, modena, verona, e mentre si fa buio ci ritroviamo nella valle dell'adige: finalmente Rovereto, ore 22...
Primo pernottamento all'hoter Nerocubo, comodo perchè vicino al casello, 45€ in b&b e molto figo, ci fanno anche lasciare le moto accanto all'ingresso, forse perchè sono in tinta con l'albergo?
Mattina successiva: sveglia ore 6:20! non ce lo spieghiamo bene neanche noi, ma al primo spiraglio di luce siam saltati sù come molle, pazzesco quel che ti fa fare l'adrenalina
Si rimbocca l'autostrada verso nord fino all'uscita Egna-Ora e prendiamo la statale in direzione Moena... la strada è spettacolare, sale veloce e il panorama si fa subito suggestivo... Prendiamo per il passo S.Pellegrino, strada perfetta, poche macchine e tantissimi ciclisti, complimenti anche a loro, ma io qua sognavo di venirci in moto §34§
Si scende e riprendiamo la strada in direzione Cortina d'Ampezzo attraverso il passo Giau: cavolo qua si comincia a fare sul serio, il Giau è una giostra, curve lunghiessime e limite di 70, uno spasso!
Arriviamo a Cortina per pranzo, una pizza, sosta in centro per un economico gelato da 6€ §16§
La mia tuta integrale è una stufa. Traforata per carità ma pur sempre una stufa.
Si riparte in direzione tre cime di lavaredo, il passo tre croci è un divertente susseguirsi di tornantoni, forse un po stretti per il 998 ma certamente gustosi per il monsterone
Passiamo il lago di Misurina e arriviamo sotto le cime. Strada a pedaggio: 10€ a moto per 6km (20€ le auto!) e limite di 30. Grazie ma non fa per noi. "le cime ce le torniamo a vedere col camper!" e via, si torna indietro, ci aspetta il blocco Sella!
Riattravesiamo Cortina e prendiamo per il Falzarego, il primo tratto tutto tornanti non ci gusta troppo, salendo, la strada "respira" un po di più ma ecco che arriva la prima acquata (ancora nulla rispetto a quello che ci aspettava) quindi facciamo finta di avere un transalp e saliamo tranquilli fino al passo. La stanchezza comincia a farsi sentire, nonostante la pioggia è ancora molto caldo e Lordigu col 998 nelle lunghe discese fatica il doppio di me. Pausa sul passo, stretching, foto di rito.
Si riparte verso il Pordoi un po sottotono e ancora con gli impermeabili, ma insperatamente il cielo si riapre e ci si ricomincia a divertire, la salita è bellissima e il panorama idem, si raccordano curve su curve, ritrovando energie che sembravano finite. LI BI DI NE §35§
Continuiamo al volo verso il passo Sella, è il momento migliore della giornata: sole, curve, energie ritrovate. Roba da non fermarsi mai, se non fosse che il Passo Sella è fantastico, il panorama è mozzafiato e non ci possiamo esimere dal fare mille foto. Dopotutto siamo in vacanza no?
Per la strada tante tante moto, molte harley (come si fa un tornante con l'electraglide?) e infiniti GS. Salutano tutti e si contraccambia volentieri. Ah, ducati? solo noi!
Il passo Gardena è l'ultimo della giornata (il 7°!), non mi dilungo a raccontarvi che spettacolo sia e lascio parlare le foto
Con le poche energie rimaste affrontiamo la lunghisssssssima discesa verso Ortisei, che decidiamo essere la nostra meta giornaliera. Hotel Vanadis, B&B a 35€, parcheggio interno (gentilissimi, mi rispediscono in contrassegno la fotocamera dimenticata).
Venerdì ci svegliamo sotto un cielo plumbeo che non promette bene, ma il nostro programma non prevede certo di stare fermi
Prendiamo la statale in direzione autostrada del Brennero. Siamo ancora mezzi addormentati ma merita darsi uno scossone perchè la strada che scende da Ortisei è spettacolare... prendiamo l'autostrada e usciamo a Vipiteno: direzione Passo Giovo! La salita è lunghissima, la strada deserta, e anche quando la pioggia comincia -inevitabilmente- a cadere, l'asfalto pare non accorgersene e la strada continua a dare le sue belle soddisfazioni. Da sottolineare la presenza di molti guard-rail salvamotociclista, bravi bravi bravi.
Nella lunga discesa incontriamo le condizioni più disparate: sole, pioggia, banchi di nebbia, frane. Le nostre moto si travestono da turistiche e le gomme fanno finta di avere i tasselli... dopo qualche km ci si diverte anche in queste condizioni §70§
Parentesi metabolica: il sali scendi di quota comincia a farmi venire il fiatore, sia chiaro non per la guida ma proprio per l'ossigeno! rimedio con quantità industriali di vitaminaC che aiutano a trasportare l'ossigeno -il poco- nel sangue.
Dopo il Giovo inizia la salita del passo del Rombo... e qua ragazzi, si va su un altro livello... il versante italiano è una salita che si arrampica in faccia a montagne innevate, con pochi tornanti e lunghi tratti guidabili, su pareti di roccia ripidissime e mozzafiato. Man mano che si sale la temperatura si fa rigida, e la nostra andatura si modera proporzionalmente alla pioggia che si fa consistente. Al rifugio la pausa è d'obbligo e l'austriaco si fa prima lingua.
Per scendere in austria si paga il pedaggio (7€ sola andata, 11€ a/r le moto, in regalo l'adesivo da cupolino §51§ ), ma ragazzi ne vale prorpio la pena, la strada è PERFETTA, al limite dell'imbarazzo, le curve sono larghe e infinite, mi mangiavo le mani a farmela in discesa sotto quel diluvio, ma vabè, ci tornerò §55§
Pausa panino e strudel giusto il tempo di far smettere di piovere e poi si riparte, l'escursione in austria è limitata al rientro dal passo Resia, e per non fare l'autostrada scegliamo di passare da Prutz, un paesino sperduto nei colli austriaci che ci offre splendidi panorami. Prendiamo la direzione RescienpaB (ultima lettera è una BETA, si legge "rescenpass") non senza difficoltà, dato che i cartelli austriaci sono praticamente illeggibili tanto sono scritti stretti... la salita del resia è spettacolare, manco a dirlo come tutte le strade austriache (limite 90!), e facciamo giusto a tempo a goderci il meraviglioso tratto guidato prima che ci prenda l'ennesima acquata. E fu IL DILUVIO. Facciamo gli ultimi km della giornata sotto uno scrocio bestiale, appena vediamo il cartello "RESIA (ITA)" il lago si apre davanti a noi e accostiamo. Un po di fortuna ci assiste: siamo davanti all'Hotel Motorrad, 25€ b&b, garage, macchinette asciuga stivali e tuta. Siamo a 10 passi. Siamo zuppi d'acqua. Ma fa un gusto pazzesco.
Sabato mattina: è il grande giorno de "LA" montagna, lo Stelvio §15§ solo che aprendo la finestra ci accorgiamo di un piccolo problema...
neve a quota 1800m, temperatura 8° §17§
cavolo e ora? presto detto: si va all'intersport vicino all'albergo e compriamo tuta antiacqua+guanti da neve! Partiamo coi nostri ducatoni infreddoliti. La discesa verso Prato allo Stelvio è lunghissima e la statale molto trafficata. Non vi continuo a ripetere quanto perfetto sia l'alfalto, che anche in queste condizioni ti fa venire voglia di piegare, non fosse per la ruota anteriore in acquaplannig... Come previsto arrivati a Prato allo Stelvio scopriamo che il passo è chiuso per neve, ma non ci facciamo indimidire e decidiamo di affrontare la salita da Bormio anche se questo vuole dire allungare di 200 km il nostro itirerario. Cose che succedono. Capita. Caz*o.
Per vedere il bicchiere mezzo pieno confidiamo sui tre passi che dovremo aggiungere alla lista, Mendola (a me sconosciuto), Tonale e Mortirolo. Bhe che dire, tanto dii cappello. Il Mendola è una pista. Sotto il diluvio ti lasciava piegare con buone sensazioni, solo i tornanti mi mettevano in difficoltà, non so come facesse Lordigu col testastretta a salire tanto disinvolto... finalmente avvicinandoci verso il passo del Tonale il tempo comincia a riprendersi, l'asfalto si asciuga e ci consente di guidare un po meno impegnati. Il Mortirolo lo facciamo per evitare il Gavia che a detta di tutti quelli del posto è un po troppo pericoloso. La salita del giro d'italia per eccellenza si conferma una salita da biciclette. Panorama fantastico, pendenze assurde, tornanti troppo stretti pure per il monster. Lungo la discesa cominciamo a intravedere la punta dello Stelvio, libera dalle nuvole, bianca di neve in sommità, verde di vegetazione subito sotto, poi nera di roccia. Spettacolare.
Arriviamo a Bormio alle 19, stanchi, affamati, e con il dubbio Stelvio: saliamo ora o domattina? cavolo domani è il giorno del rientro e gia dobbiamo farci 450 km... OK, deciso, si mangia un panino e si va!
La salita da Bormio misura 22km. Partiamo accompagnati dal sole, il primo tratto è un fantastico misto di tornati larghissimi e tratti guidati, con qualche galleria da prender cauti -buie come la pece- e coi fanali alti per capire dove finisce la strada. Si sale ancora, sparisce la vegetazione e i tornanti si fanno più stretti, il sole ci saluta e la temperatura fa un primo salto in giù. Il desmo respira a bocca piena e mi riempie le orecchie, c'è ancora da divertirsi. Ogni tornante è accompagnato sullo sfondo dalle cascate gonfie di neve fresca, val la pena rallentare più di quanto serve. Arrivare sul Pian di Grembo è sconvolgente. La valle è completamente innevata e ci siamo solo noi, accolti da una sottile pioggia di benvenuto e da qualche capra. Alziamo la testa un attimo e vediamo il passo. Lo Stilfser Joch è una macchia scura tra la neve sotto e le nuvole sopra. Gli ultimi tornanti sono da "pelare". La pioggia ora è neve, la visiera si congela, le mani e i piedi vorrebbero farlo. Siamo arrivati: Stelvio.
Giusto il tempo di far qualche foto, informarci sulla temperatura (-1°!) e decidiamo di tornare giu, fa un freddo bestia e non è il caso di fare i turisti, anche se siamo gli unici turisti sul passo. Scendiamo pochi tornanti e deviamo un attimo sull'Umbrail pass, giusto per la soddisfazione di aver piazzato le gomme pure in terra svizzera, e poi giu, per la lunga discesa di rientro a Bormio. (Albergo Dante, 38€ b&b, garage a 400m).
La domenica è il giorno del nostro rientro, la giornata è splendida e incrociamo un milione di motociclisti pronti a "conquistare" lo Stelvio (finalmente anche tante ducati). Il rientro è sottotono per definizione, ma sul passo dell'Aprica c'è comunque da togliersi delle soddisfazioni, soprattutto per il 998, che può finalmente galoppare libero dai tornanti. Per il rientro si decide di passare dal lago d'Iseo (bocciato, troppe gallerie) e dalla Cisa (spettacolare la salita da parma).
Che dire, 15 passi in 5 giorni, 1700km totali, 3-400 sotto l'acqua (prendi una sensibilità della moto assurda), le moto che giravano come orologi e che si lasciavano addomesticare in ogni situazione... che gusto.
alla prossima
Dios
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