Re: Conviene ricorrere al giudice di pace dopo aver già fatto ricorso al prefetto?
c'è un articolo su un sito di Roma e riguarda "Cartelle pazze Tentata estorsione: denunciati Gerit e Comune"
-Violenza privata, omissione di atti d'ufficio, minacce e tentata estorsione. E’ stato un avvocato a presentare la denuncia in procura, accusando il sindaco e i responsabili dell’Ufficio contravvenzioni e della Gerit. Perché dopo avere pagato una multa nel ’98, per quella violazione del codice della strada è stato tartassato dalle richieste di pagamento. Così si è visto costretto a ricorrere al giudice di pace e, nonostante una sentenza favorevole, ha ricevuto due cartella Gerit, con tanto di mora, interessi e spese di riscossione da pagare. La contestazione era sempre la stessa.
Così il legale ha individuato i reati che si potrebbero profilare e ha denunciato il sindaco di Roma Walter Veltroni, i responsabili dell'ufficio contravvenzioni della capitale e il responsabile della Gerit, la società incaricata dagli enti della riscossione dei crediti nella provincia di Roma e finita al centro di un’inchiesta della procura sulle “cartelle pazze”. L’avvocato si è rivolto al pm Pierflippo Laviani, titolare del fascicolo Gerit, per segnalare la storia folle della sua multa pagata, di una cartella esattoriale annullata dal giudice di pace, ma anche di un pagamento nuovamente richiesto dalla Gerit.
L’avventura burocratica comincia l'8 novembre del 2002, quando il Monte dei Paschi di Siena, all'epoca concessionaria del servizio di riscossione dei tributi, notifica al legale una cartella di pagamento: 72 euro, comprensivi degli interessi. La contestazione riguarda una multa del '98, pagata nei termini. L’avvocato comunica al Comune di Roma l'avvenuto pagamento della sanzione, ma, preso atto del silenzio dell'amministrazione, si vede costretto a fare ricorso al giudice di pace. E il giudice, dopo aver notificato l'avvenuto deposito del ricorso al Comune, con provvedimento d'urgenza, prima sospende l'esecutività della cartella impugnata e poi, accogliendo il ricorso stesso, annulla la cartella esattoriale. Ma la vicenda non è chiusa: l'11 settembre scorso, la Gerit, nuovo agente per la riscossione per la provincia di Roma, invia all’avvocato un’intimazione di pagamento, sempre relativa a quella cartella esattoriale del novembre del 2002, con l'invito a pagare entro cinque giorni. Rischio, l’esecuzione forzata. Parte un nuovo ricorso al giudice ordinario.
«I responsabili degli uffici - sostiene il legale - non potevano non sapere che la contravvenzione era stata già pagata, perché di certo hanno riscosso l'importo versato, successivamente perchè hanno ricevuto la prova del pagamento, quindi per essere stati convocati dal giudice per l'udienza di prima comparizione. Ma hanno persistito nel loro atteggiamento vessatorio. Il tutto, senza dimenticare che, con entrambe le cartelle esattoriali, sono state richieste somme di denaro a titolo d'interesse (sempre maggiore). Nonostante le illegittimità delle pretese». Elementi che per l’avvocato connoterebbero l'esistenza di un dolo specifico nella vicenda.
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