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pico66
00mercoledì 20 ottobre 2004 16:20
Letto col senno di poi fa un certo effetto... [SM=x35607]

Alla fine del mondiale 2003, dopo il 3° titolo consecutivo di Rossi in sella alla RC211V, eravamo qua a parlare delle difficoltà che il fenomeno di Tavullia avrebbe incontrato accasandosi alla Yamaha, il team per il quale ha lasciato la Honda, Casa che gli ha dato tanto successo negli ultimi anni. Quante cose avrebbero dovuto cambiare: dalla moto ai tecnici (anche se in gran parte lo hanno seguito), passando per i risultati, che molti pensavano non più straordinari come quelli delle ultime stagioni. E invece, con un’aria un po’ da burlone e un po’ da rider ormai maturo, il Dottore gli ha messi dietro ancora tutti, confermandosi l’uomo da battere: i test IRTA a Barcellona e a Jerez hanno lasciato poche speranze agli avversari… Rossi è stato competitivo solo sul giro singolo, e questo è vero, ma gli altri, in particolare la Honda, che avrebbe dovuto dominare il mondiale 2004, dov’era? E Ducati? A Borgo Panigale hanno scelto di stravolgere una moto che era già vincente sotto diversi punti, ed ora hanno fatto forse il passo più lungo della gamba. In tutto questo trambusto, a trarne vantaggio è stata soprattutto la Yamaha, con Davide Brivio che, dopo i grandi insuccessi del 2003, è pronto a riscattarsi come manager e a mostrare al mondo il vero valore della Casa di Iwata.

A meno di una settimana dall’inizio del mondiale a Welkom, appare difficilissimo cercare di capire chi sia il favorito per questo 2004: come confermatoci da Carlo Pernat, manager di Loris Capirossi, questa sarà la stagione dei punti interrogativi. Motograndprix.it, comunque, ha deciso di fornirvi un assaggio di ciò che potremo vedere a partire dal 18 aprile, data in cui si disputerà la 1° delle 16 gare in programma nel calendario del motomondiale.

GAULOISES FORTUNA YAMAHA RACING
L’arrivo di Rossi ha portato una ventata di freschezza in seno alla Casa di Iwata. Il 24enne, già 5 volte Campione del Mondo, ha scelto la strada più difficile per confermarsi al vertice del motociclismo moderno: con la Honda tutto era diventato scontato, troppo facile, e per lui, fenomeno dentro e fuori la pista, non c’era più divertimento. Così, dopo 4 anni passati da autentico dominatore della 500/MotoGP, Valentino ha deciso di trasferirsi alla Yamaha, desideroso di riportarla ad un successo iridato che manca dal lontano 1992. Ma Rossi, da gran uomo squadra qual è, ha deciso di portarsi appresso anche i tecnici del grande successo con Honda, primo fra tutti il capotecnico Jeremy Burgess. L’australiano è uno degli uomini più corteggiati dell’intero paddock della MotoGP. L’organizzazione della squadra compete a Davide Brivio, team manager che ha cercato di accontentare tutte, ma proprio tutte, le richieste di Valentino Rossi dopo il suo arrivo nella squadra dei tre diapason. Dal punto di vista tecnico, il fornitore di gomme è la Michelin Motorsport e l’elettronica è affidata a Magneti Marelli, che gestisce le centraline e l’impianto di iniezione elettronica.

Valentino Rossi: il 24enne di Tavullia ha stupito tutti con le eccelse prestazioni mostrate nelle ultime prove a Barcellona e Jerez. In quanto Campione del Mondo, parte come favorito d’obbligo, benché la nuova sfida con la Yamaha potrebbe favorire non poco un andamento incerto del mondiale. Ma se Rossi dovesse riconfermarsi campione anche con la Casa di Iwata, molta gente dovrebbe iniziare a cucirsi la bocca e a tenerla chiusa per sempre.

Carlos Checa: il pilota spagnolo trova al suo fianco il compagno più scomodo che un rider della MotoGP possa desiderare. Rossi è velocissimo, ma soprattutto sa stare e lavorare con la squadra alla perfezione. Nei test ha sempre accusato distacchi abbastanza pesanti dal Dottore, ma c’è chi è pronto a scommettere su di lui come possibile outsider. In ogni caso ha un grande vantaggio: godrà dell’appoggio tecnico del team ufficiale Yamaha.

REPSOL HONDA
Il team Repsol gode del pieno supporto della Casa madre, ed è di fatto la squadra ufficiale. La RC211V è e rimane la moto da battere, visto il dominio e la costanza mostrata nelle ultime due stagioni. Lo scorso anno, 15 delle 16 gare disputate sono state vinte da una Honda, e questa cosa la dice lunga su quanto i giapponesi sono in grado di fare. Negli ultimi 21 anni il team ha vinto ben 13 titoli mondiali con grandi campioni: da Mick Doohan a Valentino Rossi, giusto per citarne alcuni tra i più recenti. Al momento, però, anche questa squadra, tanto pavoneggiata come quella più forte della MotoGP, rappresenta un grosso punto interrogativo per il 2004. La partenza di Rossi, di fatto, non garantisce più quella supremazia del binomio moto-pilota che si era dimostrata invincibile negli ultimi 3 anni. Se aggiungiamo l’addio di Jeremy Burgess, che ha lasciato la Honda per seguire il Campione del Mondo alla Yamaha, otteniamo un cocktail che ad oggi non ci permette di capire la reale competitività di questa squadra. Per quanto concerne i piloti, dopo le discrete prestazioni del 2003, Nicky Hayden è stato riconfermato: al suo fianco, il colosso giapponese ha piazzato uno dei grandi ex, Alexander Barros, veterano della categoria. C’è da sottolineare una cosa molto importante: la Repsol, in qualità di team ufficiale, riceverà in anticipo tutti gli aggiornamenti provenienti dal reparto corse della Honda.

Nicky Hayden: l’ex campione della AMA Superbike è al suo secondo anno in MotoGP. Viste le buone cose mostrate, è stato confermato nel team ufficiale della Honda: nel 2004, però, la Casa alata desidera avere delle risposte positive alle attese; c’è già chi giura che il rider americano sarà in grado di lottare per il titolo mondiale. Resta da vedere, poi, il rapporto con alcuni nuovi tecnici, arrivati per sostituire Burgess e Co., trasferitisi alla Yamaha insieme a Rossi.

Alexander Barros: è il veterano per eccellenza della categoria. Dalla sua ha una grande esperienza e il fatto di godere del pieno appoggio della Honda. Di contro, però, anche l’età inizia a farsi sentire; in definitiva, anche il brasiliano, dopo una disastrosa annata in seno alla Yamaha, è chiamato a fare bene, o per lui potrebbero avanzare serie ipotesi di ritiro.

DUCATI MARLBORO
Dopo un 2003 caratterizzato da mille sorprese, non ultima la fantastica vittoria di Capirossi a Barcellona, la Casa di Borgo Panigale è chiamata ad una dura riconferma in questa stagione. I test invernali, però, non hanno mostrato tutto ciò che i numerosissimi fan si aspettavano: la Desmosedici ha accusato parecchi problemi, soprattutto nell’erogazione della potenza e nella gestione della guidabilità in curva. Ducati ha scelto di fare una moto del tutto nuova, diversa all’80% rispetto a quella dello scorso anno. Al momento la scelta non sta pagando, ma i vertici della squadra bolognese assicurano che i risultati concreti arriveranno verso metà stagione. Durante l’inverno, si è dibattuto a lungo sull’utilizzo della ruota anteriore da 16,5", che la Michelin vorrebbe utilizzare con tutti i suoi partner. In realtà, la Ducati ha scelto di montare ancora quella da 17", che migliora la stabilità della moto. Capirossi, pilota di punta della squadra di Borgo Panigale, nei test IRTA di Barcellona ha sfondato il muro dei 347 km/h, registrando così la più alta velocità di sempre in sella ad una motocicletta. Ma la potenza non è tutto, e al momento la D16 GP4 sembra avere ancora qualche guaio di gioventù. Per quanto concerne i piloti, sono stati confermati Capirossi, autore di ottime prestazioni nel 2003, e Troy Bayliss, che è chiamato a migliorarsi dopo una stagione di apprendistato nel mondo della MotoGP.

Loris Capirossi: è uno dei piloti più esperti dell’intero paddock. Dalla sua ha grinta da vendere e una determinazione fuori dal comune. Lavora benissimo con la squadra e sa apprezzare il lavoro dei suoi meccanici: malgrado alcune vicissitudini della sua moto, Capirex rimane uno dei candidati a concludere la stagione almeno nei primi 3 posti.

Troy Bayliss: lo scorso anno ha disputato la sua prima stagione nel motomondiale, trovandosi molto bene. Quest’anno dovrà dimostrare di poter tener testa al suo compagno di squadra; se parlassimo di coraggio, l’australiano sarebbe sicuramente Campione del Mondo, ma ora anche le performance vanno migliorate. In più, se possibile, gli si potrebbe chiedere di cadere un po’ meno…

APRILIA RACING
Benché sia l’autentica dominatrice delle classi 125/250 cc, la Casa di Noale non è ancora riuscita ad ingranare la giusta marcia nella MotoGP. La RS Cube, con l’innovativo ma assai rischioso progetto del motore 3 cilindri, ha subìto alcune modifiche durante l’inverno, soprattutto a livello di elettronica e di mappature. Una nuova versione dell’Aprilia dovrebbe arrivare dopo metà stagione, e i tecnici credono in un deciso miglioramento delle prestazioni. Lo scorso anno, la squadra veneta ha vissuto un’annata da incubo, costellata di problemi: i due piloti non sono stati in grado di fornire un giusto apporto per lo sviluppo, e così Edwards e Haga sono stati sostituiti da Shane Byrne, vincitore di entrambe le manche nel GP d’Inghilterra SBK dello scorso anno, e Jeremy McWilliams, veterano della categoria e ormai 40enne. Il rider britannico è un grande collaudatore, e potrà senza dubbio contribuire a migliorare la RS Cube. Per il 2004 ci sono grandi aspettative di progressione per gli uomini dell’Aprilia, ma se i risultati non dovessero arrivare i vertici di Noale potrebbero pensare all’abbandono della categoria, che comporta dei costi di gestione enormi.

Jeremy McWilliams: rider molto maturato negli ultimi anni, dopo una stagione deludente alla Proton ha scelto di andare in Aprilia, per migliorare una moto che ha mostrato parecchie difficoltà. La prestazione sul giro c’è, ma la costanza in gara, visti anche i suoi 40 anni, rimane un grosso punto interrogativo. Certo è che sarà difficile fermare la sua voglia di correre: anche una costola rotta a Sepang non lo ha mosso di un solo millimetro.

Shane Byrne: è il debuttante più osservato del motomondiale. Nel 2003 ha entusiasmato tutti gli inglesi per la straordinaria doppietta ottenuta nel GP d’Inghilterra della SBK, e l’Aprilia ha deciso di ingaggiarlo convinta di scoprire un grande talento. Nei test disputati finora non si è comportato male, ma la competitività in corsa è tutta da verificare. Per lui il 2004 sarà un anno di transizione.

SUZUKI MOTOGP
La Casa giapponese non sbaglia un colpo sul mercato ma fino ad oggi è mancata sulla scena della grande competizione del motociclismo moderno. Durante l’inverno, però, sono arrivati grandi segnali di miglioramento che fanno ben sperare Garry Taylor, team manager Suzuki. La GSV-R ha subìto cambiamenti soprattutto nell’elettronica, semplificata rispetto agli scorsi anni, e nel telaio, alleggerito rispetto al 2003. I piloti, che prima pareva guidassero un camion, hanno migliorato il controllo del mezzo e ora potranno lottare costantemente nelle prime 10 posizioni. La moto sembra integrarsi alla perfezione con le gomme Bridgestone, e questo ha contribuito molto nello sviluppo. Per quanto concerne i rider, sono stati confermati Kenny Roberts JR e John Hopkins. Va sottolineato il grande impegno della Suzuki in questo ambizioso progetto MotoGP: la Casa giapponese ha abbandonato la Superbike per concentrarsi esclusivamente sul progetto della GSV-R.

Kenny Roberts JR: da quando conquistò il titolo mondiale nel 2000 proprio con la Suzuki, il figlio d’arte di papà Kenny sembrava essere scomparso dalla scena dei protagonisti. E invece, proprio nei test invernali, ha stupito tutti segnando spesso ottimi tempi e mostrando ancora le doti familiari di indubbia qualità… Potrebbe tornare a combattere per grandi risultati.

John Hopkins: è un 21enne di indubbio talento, che da due anni milita nella MotoGP. Durante l’inverno i suoi test sono stati condizionati dalla rottura delle caviglie, procurata in una gara di Supercross in America. E’ il personaggio più buffo dell’intero motomondiale, ma sono in molti ad amarlo. Staremo a vedere cosa sarà in grado di fare con una Suzuki che appare in grande crescita.

KAWASAKI RACING TEAM
Così come la Suzuki, anche l’altra grande regina del mercato giapponese ha fallito un po’ gli obiettivi alla prima stagione nella MotoGP. Ma sempre come la Suzuki, anche la Kawasaki si è migliorata moltissimo durante l’inverno ed è riuscita a progredire molto con lo sviluppo. Sono arrivati un nuovo telaio, decisamente alleggerito rispetto a quello del 2003, e anche una nuova iniezione di cavalli per il 4 cilindri a 4 tempi. I risultati degli ultimi test fanno ben sperare per un 2004 all’insegna dell’innovazione: dalla sua, la Casa giapponese ha delle risorse infinite sotto il profilo economico e l’opportunità di avere in squadra un grande collaudatore quale Nakano, che sarà affiancato dal tedesco Alex Hofmann. La fornitura di gomme è coperta dai nippo della Bridgestone.

Shinya Nakano: dopo essere stato vicecampione della 250cc nel 2000, quando perse il mondiale all’ultima curva dell’ultima corsa, il giapponese sembra essere scomparso dalla scena dei grandi protagonisti. Lo scorso anno ha vissuto una stagione deludente alla Yamaha Tech 3, ed ora è passato alla Kawasaki nel tentativo di spingerla più in alto. Dotato di grande talento, c’è da sperare che non rimanga solo un’eterna promessa.

Alex Hofmann: dopo un anno da collaudatore per il team giapponese, è stato promosso al ruolo di titolare. Ha contribuito allo sviluppo della moto ed ora è pronto per mettersi in luce verso team più competitivi. Nei test ha brillato, dimostrandosi abbastanza veloce.

PROTON KR
E’ l’autentica cenerentola della MotoGP, benché dotata di discrete risorse economiche e della presenza in squadra di John Barnard, ex tecnico della F1, che si sta occupando del progetto del 5 cilindri. La squadra è guidata da Kenny Roberts SR, che ha grande esperienza nella categoria. Il livello tecnico del team è piuttosto scadente, ma durante la stagione sono attesi miglioramenti e sviluppi. Tutta da verificare la competitività delle gomme Dunlop. Tra i piloti, è stato confermato Nobuatsu Aoki ed è stato ripescato Kurtis Roberts, fratello di Kenny JR, che aveva già disputato con la Proton una corsa nel 2001.

Nobuatsu Aoki: è alla sua settima stagione nella 500/MotoGP, ed è l’ultimo di tre fratelli impegnati nel motomondiale. E’ un grande collaudatore, ma sviluppare la Proton è un lavoraccio che metterebbe in crisi perfino Valentino Rossi. Con una competitività piuttosto scarsa, sarà difficile vedergli fare grandi cose nel 2004.

Kurtis Roberts: ha lavorato pochissimo durante l’inverno ed è stato chiamato nelle ultime settimane. E’ un figlio d’arte, ma appare difficile sperare di vedere grandi cose da lui. Ha poca esperienza nel motomondiale.

DUCATI D’ANTIN

Dopo aver ricevuto per anni le moto dalla Yamaha, Luis D’Antin, ex campione europeo e oggi proprietario del team che corre in MotoGP con il suo nome, ha scelto di legarsi alla Ducati. La Casa di Borgo Panigale fornirà alla squadra spagnola la Desmosedici versione 2003, che in molte corse potrebbe ancora impensierire la nuova GP4. Per quanto riguarda la gestione, la Ducati ha ‘inviato’ a D’Antin alcuni tecnici provenienti dalla Superbike, che dovranno contribuire a mandare in pista un mezzo competitivo. Sotto la voce rider, c’è stato l’arrivo dei due dominatori della SBK 2003 con la Ducati Fila, ovvero Neil Hodgson, inglese e Campione del Mondo, e Ruben Xaus, giovane spagnolo dotato di grande talento. Se sapranno tenere i nervi saldi, i due potranno spesso lottare per le posizioni di vertice.

Neil Hodgson: non è stato un fulmine nei test invernali, ma dalla sua ha la scusa di essere un debuttante e quindi una giustificazione plausibile in caso di scarse prestazioni. E’ un Campione del Mondo, per cui non ci sarebbe da stupirsi se fosse in grado di realizzare qualche buon exploit: lo scorso anno, il suo amico Capirex, in sella alla stessa moto, ha vinto da funambolo a Barcellona…

Ruben Xaus: sicuramente, ora come ora, sta meglio del compagno Hodgson, malgrado non sia stato lui a vincere il mondiale 2003 della Superbike. Ha una grandissima voglia di imparare, ed ha girato molto nei test invernali registrando ottimi tempi. E’ uno degli outsider di lusso. Di contro, però, da lui ci si aspetta qualche caduta in meno.

CAMEL HONDA PONS
La squadra nasce dalla fusione tra il team di Sito Pons e la passione dell’imprenditore italiano Paolo Campitoti, che detiene il team Pramac e che è da pochi anni nel motomondiale. La Honda RC211V è una garanzia, poiché è e rimane la moto da battere. Ma quello di Pons è comunque un team clienti, e di fatto potrà godere degli aggiornamenti della Casa alata solo dopo un certo periodo di tempo. Le prestazioni dell’inverno sono state molto buone, soprattutto nella prima parte, quando Max Biaggi è stato l’autentico dominatore. Nelle ultime prove IRTA a Barcellona e a Jerez, invece, il centauro romano non ha brillato, accusando anche distacchi pesanti. Nel team, da quest’anno, è presente anche una giovane promessa del motociclismo giapponese, Makoto Tamada, che lo scorso anno ha disputato una stagione eccezionale col team Pramac. Da sottolineare, e questo è un caso più unico che raro, la presenza di due differenti fornitori di pneumatici. La Bridgestone, dopo un’ottima annata con Tamada, fornirà le proprie gomme al giovane nippo. La Michelin, invece, continuerà ad equipaggiare la RC211V di Biaggi.

Max Biaggi: il 33enne romano è chiamato ad una conferma delle prestazioni invernali. Nei test ha sempre brillato, eccezion fatta per le ultime prove a Barcellona e a Jerez. Ora ha tutti dalla sua parte, e la partenza di Valentino Rossi gli spiana la strada verso la conquista del ruolo di 1° pilota di Casa Honda. Ma deve smetterla di lamentarsi: le sue parole verso i giapponesi, ed in particolare quel "Yamaha is much better" (la Yamaha è molto migliore, ndr.), rilasciate ad Eurosport.com, non sono un buon segnale per una stagione che deve ancora iniziare.

Makoto Tamada: è stata la grande sorpresa del 2003, ed ha dato grande spettacolo con la sua guida irruenta e aggressiva. Resta da verificare il rapporto con Biaggi e la competitività delle gomme Bridgestone.

TELEFONICA MOVISTAR HONDA
Il team, guidato dall’ex campione 125cc Fausto Gresini, ha vissuto lo scorso anno una delle sue stagioni più intense, sia dal punto di vista sportivo che da quello emotivo. La morte di Daijiro Kato, avvenuta nel 1° GP in Giappone, ha segnato l’animo dell’ex pilota italiano, che è stato molto male. Ma alle spalle, Gresini è stato coperto da un team molto competitivo e solido che, grazie alla competitività ritrovata di Sete Gibernau, è riuscito a mostrarsi come la vera rivelazione del 2003. Il rider spagnolo ha concluso la stagione al 2° posto, dietro al solo Valentino Rossi, ed ha conquistato ben 4 vittorie. La spinta di Kato, che è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati, è stata fondamentale, ma è lecito considerare la squadra italiana come una delle favorite alla vittoria finale. La RC211V fornita dalla Honda è una garanzia, anche se, come per il team Camel, anche Gresini potrà usufruire degli aggiornamenti solo dopo un certo numero di gare.

Sete Gibernau: rivelazione del 2003, il centauro spagnolo è atteso alla riconferma in questa nuova stagione, che si profila assai emozionante. Ha lavorato ancora molto bene durante l’inverno, installandosi nelle posizioni di testa a fianco di Biaggi. Ha collaudato la moto assettandola alle sue esigenze, e indubbiamente è uno dei favoriti per il titolo mondiale.

Colin Edwards: dopo una deludente stagione passata a collaudare un’Aprilia che proprio non voleva migliorare, l’americano è stato chiamato da Gresini per coprire la grandissima mancanza di Daijiro Kato. Nei test si è comportato molto bene e la Honda, visto anche il precedente rapporto in SBK, punta molto su di lui. Anche lui è da inserire nell’elenco dei favoriti.

FORTUNA GAULOISES YAMAHA TECH 3
Il team, diretto dal francese Hervé Poncharal, gode dell’appoggio tecnico della Yamaha, che fornisce le M1 da ormai diversi anni. Lo scorso anno non si è mai messa in luce più di tanto, anche per la manifesta crisi della Casa dei tre diapason. Ma ora molte cose sembrano essere cambiate, soprattutto con l’arrivo di Valentino Rossi, che ha contribuito allo sviluppo in modo determinante. Per quanto riguarda i piloti, Poncharal potrà contare sulla grande esperienza di Norifumi Abe, tornato da titolare in MotoGP dopo una stagione da collaudatore, e sul talento del giovane Marco Melandri, italiano di belle speranze. Il rider di Ravenna ha lavorato sodo durante l’inverno ed è pronto a riscattarsi dopo una stagione un po’ deludente.

Marco Melandri: i postumi degli interventi subiti sono ormai alle spalle, e Marco ha passato tutto l’inverno a collaudare la M1, sviluppando anche l’elettronica della Magneti Marelli. Per lui, comunque, non sarà facile gestire le emozioni e il gas: la presenza di Rossi in Yamaha lo ha un po’ oscurato.

Norifumi Abe: non si può certo dire che abbia entusiasmato durante l’inverno, ma può senza dubbio essere sulla scena dei protagonisti. E’ un grande combattente e, insieme a Tamada, rimane la grande promessa del motociclismo "MADE IN JAPAN".


MotoGP



[Modificato da pico66 20/10/2004 16.26]

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