Grandi campioni: Kevin Schwantz

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pico66
00mercoledì 20 ottobre 2004 16:51
Ragazzi ve lo ricordate che fenomeno? [SM=x35600] [SM=x35599]



Nato da Jim e Shirley Schwantz, il 19 giugno del 1964, si dice che abbia imparato prima ad andare in moto e poi a camminare. Signore e signori, Kevin Schwantz.

Indubbiamente uno dei miti più recenti del motociclismo mondiale, Schwantz è stato ed è, tutt'oggi l'idolo di migliaia di motociclisti in tutto il mondo tanto che ha dato vita ad una scuola di guida in pista intitolata a suo nome.

Quando il padre lo vide all'opera per la prima volta in circuito, rimase allibito. “Gli vidi fare cose che non avevo mai visto fare prima”, sono le parole di Jim Schwantz, concessionario e rivenditore di ricambi di moto nonché padre di Kevin.

Inizia grazie al padre e allo zio di Kevin, una delle carriere del motociclismo sportivo tra le più entusiasmanti.
Alle spalle di Kenny c'è un altro mito che fece da talent scout al texano; il tre volte campione del mondo nella classe regina, Barry Sheene.

Kevin fu notato da Barry nel 1986 in occasione di una competizione a cui partecipavano piloti inglesi e americani.

Lo stile del texano saltò subito all'occhio di Sheene che lo volle inserire immediatamente nel mondo delle corse per professionisti.

Lo stile di Kevin era unico. Un misto tra follia e precisione micrometrica. Peter Clifford scrisse una biografia sul campione nel 1994 all'interno del quale si possono leggere le parole di Schwantz:

“Quando iniziai a correre in pista, utilizzai lo stesso stile che adottavo in fuoristrada. Facevo bloccare la ruota posteriore con la conseguenza che il retrotreno si intraversava in curva. Ho pensato che si facesse così”

Nel 1986 debutta nel motomondiale in sella ad una Suzuki RGB 500 conquistando il suo primo punto iridato. L'anno successivo porta a casa un quinto posto in Spagna come miglior risultato e nell'anno seguente, il 1988, Kevin guida in Giappone con una grinta straordinaria. Vince in gran premio dopo aver lottato con Wayne Gardner ed Eddie Lawson. La prima vittoria mondiale di “lunghe leve”, soprannominato così a causa della sua corporatura; alto oltre un metro e novanta e secco come un ramo.

Divenne famoso per le sue staccate estreme con la ruota posteriore che sbandierava e la moto che si intraversava paurosamente. Il suo metodo per individuare il punto esatto in cui staccare per ultimo era semplice: “aspetto che la paura cresca e quando si trasforma in visione celestiale inizio a staccare”. Lo stile di Schwantz, però, non era solo spettacolare. Un collaudatore eccellente anche se la sua irruenza lo rese famoso e più di una volta gli impedì di capitalizzare gli sforzi effettuati.

Nel 1989 mette in crisi Wayne Rainey, suo grande rivale e grande amico, ma le troppo frequenti cadute di Kevin rendono vane tutte le fatiche. Quell'anno finisce solo quarto mentre in titolo va al californiano Eddie Lawson.

Il destino di Kevin sembra legato inesorabilmente alle cadute. Negli anni a seguire cambia sponsor e livrea lasciando la celeberrima Suzuki carenata Pepsi per la nuova Suzuki carenata Lucky Strike. La concorrenza di Honda e Yamaha aumenta le difficoltà per vincere il titolo e Schwantz non riesce a vincere il titolo.

Nel 1992 al termine del campionato terminato in quarta posizione assoluta, Kevin decide che è tempo di mettere la testa a posto e che bisogna scegliere con cura le gare in cui vale la pena di rischiare.
Nell'inverno precedente all'imminente campionato, Kevin si allena e svolge un intenso programma di test con la sua Suzuki. Il campionato del 1993 vede in campo, giganti del calibro di Rainey e Doohan (in fase emergente).

Inizio di campionato fantastico con numerose pole position e cinque podi nelle prime cinque gare di cui tre concluse sul gradino più alto.

Purtroppo quel campionato maledetto si chiuderà virtualmente una maledetta domenica in occasione del gran premio d'Italia, a Misano.

Rainey è in forma e guida come sempre. Entra in curva e qualcosa non va, forse c'era dello sporco in pista. La moto perde l'anteriore e si invola verso una delle scivolate più classiche e notoriamente più innocue, verso la via di fuga. Rainey resta dietro la moto e la segue sdraiato sulla schiena con i piedi in avanti. Scene già viste altre volte.

Finisce l'asfalto e la moto salta sul cordolo per riatterare immediatamente dopo sulla sabbia. Anche Rainey salta sul cordolo ma la sua schiena ne risentirà in maniera drammatica lasciandolo su una sedia a rotelle.

Quello stesso anno Kevin Schwantz vincerà il titolo sostituendo il suo leggendario numero 34 con il numero 1.

L'anno seguente terminerà quarto e nel 1995 finirà solo quindicesimo. Quello stesso anno annuncerà al pubblico il suo abbandono delle corse.

Attualmente Kevin lavora come istruttore presso la scuola di guida sportiva da lui stesso fondata (http://www.schwantzschool.com). Occasionalmente si presta come tester d'eccezzione per la Suzuki con la GSV-R.


Fonte: MotoGP



[Modificato da pico66 20/10/2004 16.53]

cefax
00mercoledì 20 ottobre 2004 17:10

cefax
00mercoledì 20 ottobre 2004 21:16
Che mito Kevin è grazie a lui che mi sono appassionato al motomondiale...GRAZIE
jimmi88
00mercoledì 20 ottobre 2004 22:45
Era il mio idolo.... poteva anche arrivare 8°, ma le telecamere cercavano lui.... sempre e solo uno spettacolo puro....


Doc85
00giovedì 21 ottobre 2004 10:03
kevin e barry...mai visti dali vivo...ma sono stati loro ad aver dato un svolta al motociclismo...ma insieme a loro metteri anke agostini...i padri del motociclismo...non me li son potuti godere dato la mia giovane età...ma dico grazie...
spinus3
00giovedì 21 ottobre 2004 10:55
a me kevin mi ha sempre dato l'impressione di "piegare" più di tutti, in certe pieghe sembra sdraiato sull'asfalto, un grande davvero. io da piccolo ero "innamorato" di Freddie Spencere, vedevo lui come McEnroe, e Roberts, come Borg.mi è sempre piaciuto il "nuovo" che spazza via il "vecchio".
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