Please to meet you, 996.
Visto che al lavoro mi sto pastorizzando le palle e che da due giorni che
sono sintonizzato sul weekend appena passato in moto, ho deciso di
riorganizzare pensieri e emozioni per raccontarvi del mio incontro con la
Regina, il 996.
::Sabato, first contact.
E' da una settimana che la rossa è chiusa nel garage. Per una balla o l'
altra non avevo ancora avuto modo di salirci sopra e farci un giro che lo si
potesse considerare tale. Stranamente, il sabato mattina alle
ottocentotrenta, ero già operativo con un chiodo fisso in testa di fare il
mio primo giro.
Non ho parole per descrivere le emozioni che ho provato spostandomi verso il
garage, stordito da paure e sensazioni fortissime mi sono ritrovato di
fronte a lei. Secchezza alle fauci e bando agli indugi. Con una
bella sgambata ci sono salito sopra e dopo averla accesa ho preso la
direzione per il "Pino Nuovo". Penso di non essermi mai spostato così
lentamente in città ma ero paticamente paralizzato dall' emozione.
Finalmente si intravede la salita che attraversa la collina torinese, per i
molti che non la conoscono è una strada di misto veloce di una decina di
chilometri. Sorrido, pensando che non dovrò azionare così spesso quella
frizione granitica. Mi sistemo sulla sella, punto i piedi sulle pedaline mi
e abbraccio il serbatoio (la posizione di guida è molto distesa).
Girando la manetta sul breve rettilineo che porta alla prima curva assaggio
il proverbiale tiro del DesmoQuattro. Da spavento. L' ago del contagiri
schizza impazzito verso l'alto, meglio non esagerare. Sulle curve la guida è
molto dinamica, viene naturale spostarsi a destra e sinistra sulla sella, la
posizione arretrata delle gambe facilita la spinta sulle pedaline. La
percezione che si ha dell' anteriore da molta sicurezza in curva. Il motore
sempre pronto anche a bassi regimi accorcia le distanze tra una curva e l'
altra. Arrivato a Chieri giro la moto e torno indietro deciso a provare l'
allungo e la frenata. Apro sul rettilineo. 1,2,3 e tutto intorno sembra
esplodere chiudo e stacco per non raddrizzare la prima curva. La moto non
si scompone e virapidamente modera la velocita. Devio per il "Pino Vecchio".
Questo tratto di strada è più tecnico e decisamente più stretto. Ho avuto le
mie belle difficoltà ad affrontare le curve strette. Con il Mostro su quella
strada era tutto decisamente più facile. Devo però dire che il feeling con
quella strada non era dei migliori, molto sporca e dissestata. L'assetto
molto duro del 996 non mi trasmetteva più quella sicurezza che avevo provato
prima. Ho preferito "passeggiare" e poi rifare ancora un paio di volte la
strada fatta in precedenza per capire meglio la reattività della moto.
Iscrit uffisiel al TiTi delle 2 curve alla Grappa di Lose
[Modificato da M4N 15/02/2005 16.59]