Con immensa tristezza vi allego l'articolo apparso oggi sul sito motonline.com
È morto Carlo Talamo
Ha perso la vita in un incidente stradale. Con lui scompare un geniale e genuino protagonista del motociclismo di oggi, conosciuto ed apprezzato in Italia e all'estero
di Luigi Rivola
È morto Carlo Talamo. Uno schianto sulla strada del ritorno verso casa e la fortuna, che pure gli era stata amica tante volte, lo ha tradito. Aveva 50 anni. Era in moto a mezzogiorno del 29 ottobre, nei pressi di Viareggio. Era in moto perché Carlo era un motociclista vero, non un venditore di moto, anche se tanti, senza conoscerlo, urtati dalla sua spavalderia e dalla franchezza con cui era uso trattare tutto e tutti, pensavano che il suo dichiarato amore per questo veicolo non fosse che un espediente commerciale per vendere più Harley Davidson prima, e più Triumph poi.
Lui asseriva di essere un ex-ricco di famiglia costretto dal dissesto economico in cui suo padre si era improvvisamente trovato, a mettersi a lavorare sodo per sbarcare il lunario. Non se ne vergognava, anzi amava ripercorrere quel cammino che dai primi lavori saltuari lo aveva portato, esperienza su esperienza, idee su idee, a fondare un piccolo impero commerciale basato sulla motocicletta.
Con la Numero Uno aveva rilanciato in Italia la Harley Davidson esaltandone il mito grazie ad un innato talento per la comunicazione, che gestiva personalmente e in modo assolutamente originale. Con la Numero Tre aveva contribuito moltissimo a far rivivere, dopo tanti tentativi falliti, il marchio Triumph, non solo organizzando in Italia un'efficiente rete distributiva, ma mettendo a disposizione della Casa Madre inglese anche un altro e non secondario aspetto della sua inesauribile capacità creativa: l'intuito per il design capace di far breccia nella mente sempre un po' conservatrice degli appassionati di moto.
Carlo Talamo era davvero un personaggio fuori dell'ordinario, e lo sapeva benissimo, tanto che a volte lo gridava spavaldamente, facendo infuriare chi sapeva di non poter reggere il confronto. Era libero e non si poneva limiti anche perché poteva permetterselo, e pure questo lo sapeva benissimo. Un paio d'anni fa aveva lasciato la Harley Davidson per dedicarsi solo alla Triumph, e da poche settimane non era più nemmeno importatore della marca inglese, con la quale però aveva mantenuto un rapporto di collaborazione. Forse l'ufficio l'aveva stancato, forse aveva in quella mente vulcanica altre idee, altra voglia di mettersi alla prova.
Carlo non è più con noi, ma San Pietro adesso ha una bella gatta da pelare...
( 30/10/2002 )