Motociclisti discriminati da una norma del Codice della strada? Sarà la Corte costituzionale a stabilirlo dopo che il giudice di pace di Trento, Beniamino Genovese, ha accolto l'eccezione costituzionalità presentata dall'avvocato Nicola Giuliano per conto di un motociclista a cui era stata sequestrata la moto dopo essere risultato positivo al test dell'etilometro
Motociclisti discriminati da una norma del Codice della strada? Sarà la Corte costituzionale a stabilirlo dopo che il giudice di pace di Trento, Beniamino Genovese, ha accolto l'eccezione costituzionalità presentata dall'avvocato Nicola Giuliano per conto di un motociclista a cui era stata sequestrata la moto dopo essere risultato positivo al test dell'etilometro. Già, perché una norma del Codice della strada - e in particolare l'articolo 213 sexies modificato dalla legge 168 del 2005 - prevede «la confisca ... in tutti i casi in cui un motoveicolo sia stato adoperato ... per commettere un reato». E visto che guidare in stato di ebbrezza è un reato, la polizia stradale mise i sigilli alla Suzuki. L'episodio risale alle 3 e 58 dell'11 settembre dell'anno scorso. Una pattuglia della Stradale fermò la moto all'uscita del casello autostradale di Trento Centro. Un controllo di routine come tanti altri che però è costato caro al venticinquenne di Trento che si trovava alla guida. Dopo essere stato trovato positivo al test dell'etilometro, il giovane venne denunciato. Oltre al procedimento amministrativo di revoca della patente, scattò anche il procedimento penale. Non solo: gli agenti, oltre a ritirare la patente del centauro, procedettero al sequestro del mezzo finalizzato alla confisca in applicazione dell'articolo 213 del codice della strada. Contro questo provvedimento l'avvocato Giuliano ha presentato ricorso al giudice di pace. Il legale sostiene che la norma era stata applicata in modo illegittimo in quanto finalizzata a punire l'utilizzo di moto per commettere reati, come rapine e scippi, e non la condizione soggettiva in cui si trova il guidatore. Inoltre l'avvocato sollevava dubbi sulla legittimità costituzionale della norma che introduce una sorta di discriminazione tra automobilisti e motociclisti: i primi infatti non sono soggetti al sequestro, i secondi invece sì visto che oltre alla patente rischiano di rimetterci anche la moto. Ancor prima di entrare nel merito della questione, il giudice di pace ha ritenuto non manifestatamente infondata l'eccezione di costituzionalità presentata dall'avvocato Giuliano. E così il procedimento è stato sospeso e gli atti inviati alla Corte costituzionale. Nella sua ordinanza il giudice Genovese rileva che «il dubbio di costituzionalità della norma sorge dalla diversificazione del trattamento sanzionatorio nei confronti di comportamenti antigiuridici esattamente identici, facendolo discendere esclusivamente dalla circostanza che il trasgressore sia alla guida d'un motoveicolo, riservandogli un trattamento molto più severo di quello riferito al conducente di qualsiasi altro veicolo stradale. Ciò sembra in contrasto col principio d'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il quale presuppone che identici comportamenti illeciti non possono essere sanzionati in modo diverso». Insomma severissimi con i centauri, non altrettanto con chi guida dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo un grosso Suv o una Ferrari. S. D.
29/06/2006
PS faccio il tifo per l'avvcato anche perchè è fratello di un mio amico....
W L'ITALIA