Non sottovalutiamo la Honda e Pedrosa.
Una partenza così, come quella vista in Qatar ad opera di Pedrosa, non l'avevo mai vista.
Ha letteralmente lasciato sul posto ben sette tra i più forti protagonisti della motogp, schizzando in testa e addirittura allungando su tutti come se fosse stato proiettato da una catapulta.
La Honda, evidentemente, zitta zitta, è corsa ai ripari partendo proprio dall'elettronica, punto debole della casa giapponese in questi ultimi anni, approntando un "launch control" e un TC terribilmente efficaci. Per non parlare del motorone che garantisce potenza e velocità di punta che la dividono ormai poco dalla più potente e cattiva moto del lotto, la Ducati.
Honda, nonostante le apparenze e l'infortunio della sua prima guida, ha lavorato molto quest'inverno per riprogettare e realizzare un nuovo prototipo che si è dimostato già in questa gara assai competitivio.
Se a tutto questo aggiungiamo che Pedrosa ha corso con una mano fracassata appena un mese fa, ancora gonfia e dolorante, sostenuta da una placca d'acciao, senza aver testato a dovere la sua moto, possiamo intuire che il potenziale del pacchetto è ben superiore rispetto a quello visto in Qatar.
Ducati e Stoner sono avvistati: non bisogna vivere sugli allori ma continuare a lavorare, perchè questa Honda è a mio avviso la prima rivale.