Re: Responsabilità in pista...
Sul numero di EuroMoto (Anno 3 – N.4 – Aprile 2007) si parla di responsabilità in pista. E’ interessante approfondire alcuni punti che spesso consideriamo, sbagliando, ovvi. (Il testo di parte dell’articolo è tra virgolette)
“La quasi totalità dei circuiti o le società che organizzano giornate di prove libere chiedono ai piloti di firmare due fogli. Il primo contiene le regole da osservare durante il turno di guida, il secondo è l’esonero di responsabilità…”
“…ai commissari di pista o alla direzione dell’autodromo è demandato il dovere di controllare l’osservanza di queste regole: nel momento in cui firmiamo questo regolamento, accettiamo anche che i commissari o l’autodromo, qualora rilevino un’infrazione a queste norme comportamentali, ci allontanino dal circuito, senza doverci alcun rimborso per i turni non effettuati, arrivando anche a rifiutare nostre successive partecipazioni a giornate di prove libere in quel circuito…”
Questo potrebbe significare che in caso di incidente, se vengono presi provvedimenti nei confronti di chi è considerato il “colpevole”, ci si potrebbe avvalere della testimonianza di chi, tra i commissari di circuito, ha individuato il responsabile dell’incidente con tale certezza tanto da allontanarlo dal circuito.
“Responsabilità in caso di sinistro”. “…dobbiamo anzitutto chiederci se le prove in pista sono considerate, per legge, attività pericolosa. Sì, lo sono, per unanime interpretazione sia della dottrina sia della giurisprudenza…art.2050 del Codice Civile:-’Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. ‘ – La conseguenza pratica di questa norma è un’inversione dell’onere della prova. Se infatti è regola generale che sia sempre il danneggiato a dover dimostrare di aver subito un danno, in questo caso vige una presunzione di responsabilità a carico del danneggiante, il quale dovrà dimostrare che il danno non possa essergli imputato.”
Però nel caso del circuito, tutti e due – presunto danneggiante e danneggiato- stavano esercitando ‘un’attività pericolosa’. E’ diverso il caso, ad esempio, di un deltaplanista che atterrando ferisce qualcuno.
“Chi paga i danni? … Se scivoliamo da soli per aver commesso un errore di guida, la colpa è nostra; se scivoliamo perché da venti minuti è presente olio in pista e i commissari dormono, la colpa è dell’organizzatore; se ci tamponano mentre siamo in traiettoria a velocità ‘giusta’ (non stiamo cioè ammirando il paesaggio), la colpa è di chi ci tampona; se ci tamponano perchè stiamo in traiettoria ad ammirare il paesaggio, la colpa è nostra; se ci tamponano perché cambiamo traiettoria all’improvviso, lasciando senza motivo e senza segnalare la linea ideale, la colpa è nostra…”
Alla luce di queste ed altre considerazioni, è prevedibile un ulteriore aumento dei costi dei circuiti, perché quando il problema comincerà ad essere conosciuto, è facile immaginare che saremo costretti ad avere una specifica assicurazione (cosa peraltro consigliata da EuroMoto). Oppure gli organizzatori saranno costretti a stipulare delle assicurazioni per tutti gli incidenti che si verificano in pista, facendo lievitare i costi dei turni o delle giornate.