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Contrordine compagni, Valentino Rossi non è più in vista di un approdo su di una Yamaha come davano le voci del paddock ma passa al rosso Marlboro.
Questo lo sapevamo da un po’, perché è vero che lo sponsor tabaccaio di Ferrari e Ducati aveva contattato Rossi, anzi il suo manager Gibo Badioli. L’idea di portare il numero 46 su di una Ducati è bella e arrapante: darebbe grande spinta al mondiale MotoGp e offrirebbe stimoli potenti al pilota. Però la Ducati non ha un reparto corse che possa essere ingigantito in un attimo; si potrebbe fare solo con una sponsorizzazione robustissima. E di questo Marlboro è capace. Anche perché, per le aziende del ramo sigarette & affini, sono gli ultimi anni di pubblicità, prima che in tutto il mondo i divieti le oscurino per sempre.
C’è bisogno di un grande personaggio e Rossi lo è, anzi da un po’ di tempo è l’unico esistente, nel senso che si vede e si parla solo di lui. Questo non è un bene per uno sport che, invece, dovrebbe puntare anche sui costruttori. Ma questi sono affari della Dorna che può contare su di un formidabile veicolo promozionale come Rossi e che tuttavia rischia di scontentare le altre Case del tutto oscurate dallo strapotere della Honda. E ultimamente, se non fosse per la Ducati, si parlerebbe solo di RC 211V e non di Yamaha, Suzuki, Kawasaki e Aprilia. Insieme queste Case spendono molto di più di qualunque sponsorizzazione e questo dovrebbe far pensare…
Invece è Rossi-mania, il pilota che incredibilmente ha in ballo tre trattative “vere: con la Honda, con la Yamaha e con Marlboro. Non parliamo di Ducati, a ragion veduta. Quella di portare Vale in rosso è una grande trovata di marketing. Quindi non si parla di sport o di strategie sportive, ma di danaro. Più o meno la proposta è questa: “Caro Rossi, questa è una cifra robusta, tu corri per la Ducati, ma non solo… Proverai una Ferrari (altra azienda che vince anche grazie ai soldi Marlboro) e, se sarai bravo, prenderai il posto di Schumacher in futuro”. Naturalmente il virgolettato è di fantasia, ma fino ad un certo punto.
Alla Ducati, giustamente preoccupata di questa mossa destabilizzante, arriverebbero altri soldi (parecchi), la possibilità di avere un formidabile testimonial in casa per far vendere 999 e Monster e una presenza massiccia su stampa e tv. Un affare per tutti, sicuramente non per Bayliss e Capirossi. Uno dei due dovrebbe far le valigie con un anno di anticipo. Più probabilmente toccherebbe all’australiano che ha un contratto con Ducati (in pratica è un dipendente), mentre Capirossi (che è pilota Marlboro fin dall’inizio della carriera) resterebbe teoricamente come prima guida, anche se in realtà sarebbe schiacciato dal pesarese che in quanto a popolarità è una vera star mondiale.
E poi c’è la Formula Uno. Pensate un po’, Rossi a metà inverno viene invitato a Fiorano a provare una Ferrari. Tutto il mondo ne parlerebbe e si vedrebbero marchi di sigarette su ogni media del sistema solare! Una grande idea, nulla da dire, una grande tentazione, resa forte dalle cifre che scavalcherebbero ogni record, che magari farebbe passare a Valentino l’idea di non reclamizzare un marchio di tabacco. Cosa che fino ad oggi ha sempre rifiutato di fare.
Ripetiamo: la proposta è stata fatta, non è fantascienza. Quello che sembra venire da altri mondi è l’idea che Rossi possa prendere il posto di Schumacher su di una Ferrari, quando al tedesco passerà per sempre la voglia di correre in auto e penserà a godersi la famiglia e il suo immenso patrimonio. Sembrano discussioni da bar e invece sono strategie di marketing. Probabilmente il livello è lo stesso, solo che, a differenza dei ragazzi del bar sport, i signori del marketing possono realizzare i loro fantaprogetti. Loro i mezzi economici per farlo li hanno! Comunque, in attesa di novità, vi suggerisco la formazione della Ferrari FI da qui a qualche anno: Rossi, Ronaldo e, solo per le gare di Montecarlo e Indianapolis, Madonna. La cantante, naturalmente, non esageriamo con la fantasia.
( 30/09/2003 )
che sia vero?
da motoonline.com del 2 ottobre
