Valencia - Il punto - Non ditelo a nessuno

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pico66
00giovedì 28 ottobre 2004 20:02
Tre favolose settimane di sabbia, sole, calciatori milionari, cuccioli di cammello, orologi e DVD a basso prezzo, fin troppi pessimi pasti in aereo e birra australiana, stavano quasi per farmi dimenticare alcune grandi e decisive battaglie del Campionato del Mondo. Tornato a casa, devi attenerti alla versione ufficiale. Tre Gran Premi, in tre paesi molto lontani tra loro, distanti non solo migliaia di chilometri, ma anche per stile di vita e cultura. È un modo molto duro di guadagnarsi da vivere, solo per poter spedire a casa gli assegni per pagare il mutuo e la spesa quotidiana.

A dire il vero, naturalmente è duro e stancante, ma è anche un modo di guadagnarsi il pane assai migliore di quello che molti possono anche solo sognarsi; la qual cosa che non ci impedisce comunque di lagnarci dei voli, delle lavanderie e delle linee telefoniche. Lamentarsi un po' durante le trasferte, fa parte del viaggiare intorno al mondo a spese altrui, volendo far credere che non ci si stia divertendo.

L'avventura (pardon, il lavoro) è cominciata in Qatar. Credevo che un miraggio fosse la visione di un ruscello o una bottiglia di birra ghiacciata nel bel mezzo del deserto, ma certo non una pista pronta ad ospitare una corsa di MotoGP. Esci da Doha, superi il Ritz Carlton a sei stelle (ne riparleremo dopo), il nuovo stadio da calcio, il campo da golf illuminato a giorno, e ti ritroverai su una strada nuovissima nel bel mezzo del nulla, che sembra non porti da nessuna parte.

Invece porta da qualche parte perché, con i 40° che fanno lavorare al massimo l'aria condizionata, all'improvviso, nel paesaggio coperto di rocce ed arida sabbia, appare un miraggio: il Circuito Internazionale di Losail. Avevo sempre pensato che Motegi fosse un posto dimenticato da Dio e dagli uomini, ma questa visione non ha davvero precedenti. Se sbagli a girare, probabilmente finisci in Arabia Saudita. Se giri a destra, lasciandoti alle spalle la strada a doppia carreggiata, è come se ti trovassi a Barcellona, Assen o al Sachsenring, negli ultimi due casi lontano dalla siccità e dal caldo torrido.

Il complesso di Losail è davvero memorabile. Era difficile credere di essere nel bel mezzo del nulla, mentre l'aria condizionata teneva tutti freschi dentro, rendendo però ancora più difficile affrontare la calura dell'esterno a coloro che si arrischiavano ad uscire. Per i piloti era tutta un'altra storia: la calura, la sabbia ed una linea di gara sulla nuova pista, mettendo alla prova la propria resistenza e la propria abilità fino al limite, talvolta oltre il limite. In pista, è stato un weekend controverso per la MotoGP, ma al di fuori di essa, è stato sorprendente scoprire come denaro, determinazione e persino ancora più denaro, possano risolvere la maggior parte dei problemi.

Non avevo mai sospettato che esistessero hotel a sei stelle, fino a quando non sono stato in Qatar: il Ritz Carlton è uno di essi. All'esterno, l'area parcheggio era gremita di automobili incredibili, mentre all'interno, calciatori milionari si mescolavano ai ricchi e ai meno ricchi: il personale della MotoGP.

Star internazionali del calibro di Ronald e Frank DeBoer e Frank Le Beouf stanno terminando le loro carriere in Qatar, assicurandosi un più che tranquillo futuro finanziario fino alla fine dei loro giorni. E per due di loro non c'era nemmeno una clausola del contratto che impedisse di fare un paio di giri di pista con Randy Mamola sulla Ducati a due posti, prima della corsa di sabato mattina.

Prima che fossero scoperti petrolio e gas, rendendo il Qatar uno dei paesi più ricchi del mondo, quell'aera era nota principalmente per la pesca delle perle e per il deserto. Non c'è stato verso di provare la pesca delle perle, ma una gita in auto di sette ore nel deserto è stata un'esperienza indimenticabile. Dune di sabbia e profonde vallate, ed un mare di un azzurro intenso, ma molto salato: un paesaggio indimenticabile.

L'esperienza nel Qatar può essere ben illustrata da una singolare esperienza: quando abbiamo scoperto, in un branco di cammelli, un cucciolo partorito appena 20 minuti prima. Il piccolo non riusciva a reggersi sulle zampe, quasi come un puledro appena nato, ma un nomade beduino arrivato in sella ad un cammello lo ha aiutato a muovere i primi passi nel deserto. L'incantesimo è un po' svanito quando, da sotto le vesti, il beduino ha tirato fuori un telefono cellulare; ma dopotutto questo è il Qatar.

Era parimenti caldo a Sepang, in Malesia, ma era un caldo diverso, ed inoltre un caldo cui siamo abituati, dato che lo conosciamo da cinque anni. Era caldo e umido nel giorno di gara, ma la pioggia torrenziale, sempre in agguato, s'è tenuta alla larga. Il Pan Pacific Hotel a Sepang non è un hotel a sei stelle, ma comunque a cinque stelle. E, cosa ancora più importante, puoi prendere un treno che in 25 minuti ti porta nel centro di Kuala Lumpur.

Se vuoi incontrare il paddock della MotoGP, ti basta andare a Chinatown a Kuala Lumpur, perché sono tutti là. Attratti dal richiamo di acquisti a buon mercato di oggetti d'ogni genere, compresi orologi, scarpe, borse e DVD, hai più chance di incontrare lì i membri dei team della MotoGP mentre comprano i regali di natale, di quante ne abbia durante la corsa di domenica pomeriggio.

È una città viva, piena di viaggiatori di ogni età. Studenti universitari durante i loro "anni sabbatici" e sessantenni e ultrasessantenni che si godono le pensioni duramente guadagnate, contrattando con gli abitanti del luogo e gustandosi il piacere di una birra Tiger ghiacciata. La pista è stata testimone di una straordinaria guerra fredda tra Valentino Rossi e Sete Gibernau, dell'inevitabile e ripetuto investimento di un cobra durante le prove e dell'incoronazione del primo campione del Mondo del 2004: il diciottenne Andre Dovizioso, il meritato vincitore del titolo iridato della 125cc e certamente una futura star della MotoGP.

I disfattisti, e se ne incontrano molti durante un lungo viaggio, ci avevano preannunciato temperature inferiori ai dieci gradi a Phillip Island, Australia, l'ultima tappa della trilogia. Invece, al nostro arrivo a Melbourne, siamo stati accolti dal più caldo giorno d'autunno degli ultimi otto anni.

Certo era piuttosto ottimistico (altri direbbero stupido) pensare ad un ultimo triste tentativo di fare surf, ma quest'idea è presto scomparsa, trascinata via dal vento e dalla pioggia. Il sole è tornato in tempo per la qualificazione finale e per il giorno di gara su di un circuito che continua a sfornare corse superbe. Certamente, a questo record contribuisce molto il fatto che sia stato costruito apposta per gare motociclistiche, e domenica se n'è avuta ampia conferma.

Rossi si è assicurato il Campionato del Mondo 2004 della MotoGP con una gara stupenda che ha tenuto i telespettatori di tutto il mondo col fiato sospeso. Dani Pedrosa s'è assicurato il titolo iridato della 250cc sul circuito da cui fu portato via in elicottero l'anno scorso, dopo un incidente in cui s'era fratturato entrambe le caviglie.

Dopo aver atteso che tornassimo a casa, la FIM ci ha gentilmente comunicato il calendario definitivo del 2005. Diciassette gare, comprese Cina e California. Sarà duro, ma qualcuno deve pur farlo. Meglio non mostrare quest'articolo agli amici o alla famiglia, o l'anno prossimo potremmo essere costretti a trovare un lavoro vero. Non credo che ce la farei.


Camel Honda

spirit
00venerdì 29 ottobre 2004 15:04
i have a dream... il mio sogno è entrare nel giro dei motogp:
non ho la piu pallida idea di come si monti una moto, ma parlo 5 lingue e lavoro nel ramo del marketing.. se qualcuno ha qualche contatto.. si faccia avantiiiiiiiiii!

spirit
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