Forse non tutti sanno che...
... il 31 marzo si svolgerà l'ottava edizione della manifestazione MEMORIAL SPADINO, ideata e organizzata dal CM in memoria di Pierlucio Tinazzi detto Spadino, il dipendente della Società del Traforo del Monte Bianco morto mentre tentava, con la moto di servizio, di portare fuori una persona rimasta nel Tunnel a causa delle fiamme e del fumo. Oltre a rendere omaggio alla memoria di Spadino, la manifestazione si prefigge da sempre l'obiettivo di mettere in evidenza i pericoli derivanti da strade ed infrastrutture disegnate e realizzate senza tenere in alcun conto la particolare esposizione dei motociclisti, e sollecitare quindi le autorità competenti a cambiare metodo di lavoro per assicurare le necessarie condizioni di sicurezza anche ai veicoli a due ruote.
Troverete altre informazioni, oltre alle foto ed ai resoconti delle passate edizioni, sul sito del CM
www.cmfem.it
31 Marzo
Il 24 marzo del 1999 un camion carico di margarina prese fuoco all’interno del traforo del monte bianco. Il bilancio finale fu di 39 morti. Chi non ricorda quella tragedia?
Tra quei 39 morti c’è anche il nome di Pier Lucio Tinazzi, 33 anni, per gli amici SPADINO.
Spadino era un addetto alla sicurezza del tunnel, ma soprattutto un motociclista, che in sella alla sua moto,percorreva quotidianamente gli 11,6 km di lunghezza del traforo, per verificare che tutti i dispositivi di sicurezza fossero attivi e funzionanti.
Il giorno della tragedia le squadre dei vigili del fuoco (da entrambi i lati del tunnel) non riuscivano ad avanzare a causa del fumo e dei rottami delle auto coinvolte, così Spadino senza pensarci due volte entrò nel tunnel con la sua motocicletta alla ricerca di superstiti da portare in salvo. Dopo poco ne uscì con una persona caricata sulla sella della sua moto e ripetè il viaggio più e più volte…
L’ultimo tentativo di salvare un camionista non andò a buon fine, probabilmente ormai il fumo era troppo denso e chiuso in una cabina di sicurezza all’interno del tunnel si mise in contatto con i soccorritori all’esterno ma senza riuscire a comunicare la propria posizione visto che il fuoco nel frattempo aveva distrutto tutti i collegamenti.
Avrebbero potuto resistere un paio d’ore ma i soccorsi (come saprete) impiegarono molto di più e per lui e le altre 38 persone perite nel rogo non ci fu più nulla da fare.
[Modificato da PonFVG 27/03/2007 11.11]
[Modificato da PonFVG 27/03/2007 11.12]