Ducati delocalizza in Thailandia

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frenkys2r
00lunedì 20 dicembre 2010 00:35
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"Skyzzofrenyk":


e tu perchè compri brembo anzikè nissin?




spiegami cosa  giustifica il fatto che nissin sia uguale a brembo solo perchè prodotto nello stesso paese...io contesto questa frase...
Skyzzofrenyk
00lunedì 20 dicembre 2010 00:41
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
non dico questo...nn avrebbe senso.
io c vado al contrario... io dico ke se OGGI pago una pompa brembo 200 euro xke SO ke è fatta in italia, domani non li spendo 200 euro sapendo che le fanno in cina.
ma cio non significa che siano fatte per forza male! ma non mi inculino il made in italy ke non esiste...
fraonducati
00lunedì 20 dicembre 2010 00:55
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
bò sarà, ma allora perchè honda ha uno stabilimento ad atessa? forse perchè anche per i giapponesi il made in Italy (o meglio l'assembled in italy) costituisce un punto di forza a livello qualitativo-costruttivo?

ot on:prima o poi il modello di globalizzazione così come è stato posto in essere verrà meno, semplicemente perchè anche i paesi in cui la manodopera costa meno dovranno riconoscere i diritti fondamentali per i lavoratori (come avvenuto in inghilterra durante la prima rivoluzione industriale). inoltre se tutte le imprese avviano la delocalizzazione dimenticando le origini (a livello geografico) si ritroveranno spiazzate quando il costo della produzione salirà anche nei paesi del sud-est asiatico. inoltre sarebbe fondamentale non perdere le competenze produttive che ad esempio stanno dietro il semplice assemblaggio delle moto.

ot off: il giorno che marzocchi, brembo, rizoma, ohlins, mvagusta ecc sposteranno le produzioni in cina io comincerò a guardare le moto "d'epoca" (888 748 scrambler 916) ecc
desmonevrotico
00lunedì 20 dicembre 2010 01:25
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"fraonducati":


bò sarà, ma allora perchè honda ha uno stabilimento ad atessa? forse perchè anche per i giapponesi il made in Italy (o meglio l'assembled in italy) costituisce un punto di forza a livello qualitativo-costruttivo?

ot on:prima o poi il modello di globalizzazione così come è stato posto in essere verrà meno, semplicemente perchè anche i paesi in cui la manodopera costa meno dovranno riconoscere i diritti fondamentali per i lavoratori (come avvenuto in inghilterra durante la prima rivoluzione industriale). inoltre se tutte le imprese avviano la delocalizzazione dimenticando le origini (a livello geografico) si ritroveranno spiazzate quando il costo della produzione salirà anche nei paesi del sud-est asiatico. inoltre sarebbe fondamentale non perdere le competenze produttive che ad esempio stanno dietro il semplice assemblaggio delle moto.

ot off: il giorno che marzocchi, brembo, rizoma, ohlins, mvagusta ecc sposteranno le produzioni in cina io comincerò a guardare le moto "d'epoca" (888 748 scrambler 916) ecc




prima che il far east arrivi ai nostri livelli "reddituali" troppo tempo ci vorrà...cinesi e indiani sono quasi 1/6 della popolazione mondiale (forse di più) che lavorano a prezzi ultra concorrenziali...vedo più plausibile che nel vecchio continente "si abbassi la cresta" per avvicinarsi a loro....o meglio ancora dobbiamo proprio rimanere tutti senza un soldo e un lavoro poi ne riparlano per prenderti meglio per le @@

le moto che citi le guardo da un pezzo e niente mi leva dalla testa che la moto più bella del mondo è e sarà la Ducati 748-916......
fraonducati
00lunedì 20 dicembre 2010 09:11
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"desmonevrotico":


"fraonducati":


bò sarà, ma allora perchè honda ha uno stabilimento ad atessa? forse perchè anche per i giapponesi il made in Italy (o meglio l'assembled in italy) costituisce un punto di forza a livello qualitativo-costruttivo?

ot on:prima o poi il modello di globalizzazione così come è stato posto in essere verrà meno, semplicemente perchè anche i paesi in cui la manodopera costa meno dovranno riconoscere i diritti fondamentali per i lavoratori (come avvenuto in inghilterra durante la prima rivoluzione industriale). inoltre se tutte le imprese avviano la delocalizzazione dimenticando le origini (a livello geografico) si ritroveranno spiazzate quando il costo della produzione salirà anche nei paesi del sud-est asiatico. inoltre sarebbe fondamentale non perdere le competenze produttive che ad esempio stanno dietro il semplice assemblaggio delle moto.

ot off: il giorno che marzocchi, brembo, rizoma, ohlins, mvagusta ecc sposteranno le produzioni in cina io comincerò a guardare le moto "d'epoca" (888 748 scrambler 916) ecc




prima che il far east arrivi ai nostri livelli "reddituali" troppo tempo ci vorrà...cinesi e indiani sono quasi 1/6 della popolazione mondiale (forse di più) che lavorano a prezzi ultra concorrenziali...vedo più plausibile che nel vecchio continente "si abbassi la cresta" per avvicinarsi a loro....o meglio ancora dobbiamo proprio rimanere tutti senza un soldo e un lavoro poi ne riparlano per prenderti meglio per le @@

le moto che citi le guardo da un pezzo e niente mi leva dalla testa che la moto più bella del mondo è e sarà la Ducati 748-916......



ot: lo stile di vita sposato da alcuni paesi occidentali è indubbiamente superiore alle possibilità di spesa e questo ha condotto alla situazione attuale ma, prima o poi,in cina gli operai che montano gli iphone, che assemblano le macchine ecc si incavoleranno e cominceranno a pretendere qualcosa anche per loro. sarà allora che le imprese che hanno delocalizzato si ritroveranno a dover spostare ulteriormente le produzioni o a dover ricostruire le competenze perse in patria. gli stati che si sono lanciati nella finanza, sperperando il proprio patrimonio di imprese (vedi Regno unito con rover jaguar ecc), ora si ritrovano ad affrontare la crisi a viso scoperto (non che in italia la situazione sia tanto migliore, però la flessibilità delle micro-imprese ha permesso di resistere un pò meglio).  ora come ora la situazione "regge" perchè in cina vige  un regime ferreo ma prima o poi anche loro pretenderanno qualcosa e il costo del lavoro arriverà anche lì ai livelli occidentali.
D@go
00lunedì 20 dicembre 2010 09:18
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"Skyzzofrenyk":


...vorrei ricordare a tutti che Brembo si è spostata in cina per produrre gli impianti frenanti che TUTTI noi abbiamo...vogliamo...e cerchiamo...
e visto che ormai tutti lo sappiamo...perchè non compriamo un TOKIKO? o un NISSIN? forse frenano meno? non credo....eppure siam sempre li..
quindi secondo me le aziende pensano che "il nome" faccia da garante per la qualità del prodotto...ma questa è una politica che puo funzionare solo nel medio breve periodo, perchè prima o poi chi ha un minimo di cervello e deduzione si rende conto che spendendo anche meno puo avere di piu.
guardate per esempio il nuovo monster ( di cui sono un possessore)..si ok...bello...impenna...frena...curva... ma se guardiamo il "progetto",la componentistica( non i marchi) le soluzioni tecniche...e la miriade di difetti costruttivi che ha....io oggi vi dico che aver speso 12 mila euro per un monster 1100...mi sento un pirla. e prima del 1100 ho avuto un honda cb1000r spendendo  2mila500 euro in meno...e cos avevo in meno???(gusto estetico a parte)...ve lo dico io....forse niente di piu ma sicuramente..NIENTE DI MENO.




Brembo attualmente fà alcune cose fuori , ma non produce in Cina ...
BrianMcPherson
00lunedì 20 dicembre 2010 09:24
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
se non sbaglio in Polonia...o cmq Europa dell'est...
desmonevrotico
00lunedì 20 dicembre 2010 14:23
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"fraonducati":


"desmonevrotico":


"fraonducati":


bò sarà, ma allora perchè honda ha uno stabilimento ad atessa? forse perchè anche per i giapponesi il made in Italy (o meglio l'assembled in italy) costituisce un punto di forza a livello qualitativo-costruttivo?

ot on:prima o poi il modello di globalizzazione così come è stato posto in essere verrà meno, semplicemente perchè anche i paesi in cui la manodopera costa meno dovranno riconoscere i diritti fondamentali per i lavoratori (come avvenuto in inghilterra durante la prima rivoluzione industriale). inoltre se tutte le imprese avviano la delocalizzazione dimenticando le origini (a livello geografico) si ritroveranno spiazzate quando il costo della produzione salirà anche nei paesi del sud-est asiatico. inoltre sarebbe fondamentale non perdere le competenze produttive che ad esempio stanno dietro il semplice assemblaggio delle moto.

ot off: il giorno che marzocchi, brembo, rizoma, ohlins, mvagusta ecc sposteranno le produzioni in cina io comincerò a guardare le moto "d'epoca" (888 748 scrambler 916) ecc




prima che il far east arrivi ai nostri livelli "reddituali" troppo tempo ci vorrà...cinesi e indiani sono quasi 1/6 della popolazione mondiale (forse di più) che lavorano a prezzi ultra concorrenziali...vedo più plausibile che nel vecchio continente "si abbassi la cresta" per avvicinarsi a loro....o meglio ancora dobbiamo proprio rimanere tutti senza un soldo e un lavoro poi ne riparlano per prenderti meglio per le @@

le moto che citi le guardo da un pezzo e niente mi leva dalla testa che la moto più bella del mondo è e sarà la Ducati 748-916......



ot: lo stile di vita sposato da alcuni paesi occidentali è indubbiamente superiore alle possibilità di spesa e questo ha condotto alla situazione attuale ma, prima o poi,in cina gli operai che montano gli iphone, che assemblano le macchine ecc si incavoleranno e cominceranno a pretendere qualcosa anche per loro. sarà allora che le imprese che hanno delocalizzato si ritroveranno a dover spostare ulteriormente le produzioni o a dover ricostruire le competenze perse in patria. gli stati che si sono lanciati nella finanza, sperperando il proprio patrimonio di imprese (vedi Regno unito con rover jaguar ecc), ora si ritrovano ad affrontare la crisi a viso scoperto (non che in italia la situazione sia tanto migliore, però la flessibilità delle micro-imprese ha permesso di resistere un pò meglio).   ora come ora la situazione "regge" perchè in cina vige  un regime ferreo ma prima o poi anche loro pretenderanno qualcosa e il costo del lavoro arriverà anche lì ai livelli occidentali.




concordando con te ogni singola riga,aggiungendo che non sono mai stato in vita mia in Cina ma che ho visto molti documentari,letto libri ecc. il discorso è che sono veramente TANTI e se una persona non vuole più lavorare a X c'è la fila di gente disposta a lavorare a X(come ho sentito di gente che chiedeva l'aumento qui in Italia "vuoi l'aumento?ho altre 10 persone disposte a lavorare alla stessa cifra...quella è la porta")...nelle campagne cinesi c'è una povertà da far paura e anche una gran disoccupazione...
Andrea583
00martedì 21 dicembre 2010 17:23
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
A me vengono in mente questi "spunti di riflessione":

1) in diversi paesi dell'est (est europa o estremo oriente) il livello qualitativo delle maestranze
è piuttosto elevato, ma per giustificare l'apertura di uno stabilimento da quelle parti,
e per quei mercati, che razza di aumento di produzione pensano di attuare?

2) mi viene in mente anche il "metodo Marchionne" applicato a Ducati; tra un pò magari
qualcuno inizierà a dire che in Italia non guadagna più, che il costo del lavoro è troppo alto , ecc... spero di essere pessimista!

3) a livello di scarsa passione da parte della dirigenza, in Ducati è storia vecchia: ai tempi
della gestione statale facevano di tutto, dai fuoribordo a chissà cosa (memorabilia interessante,
per carità) e i progetti delle moto se li facevano gli ingegneri a casa loro la notte...
marcomonster
00giovedì 23 dicembre 2010 17:53
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
secondo me ha ragione Skyzzofrenyk nel dire che se una Ducati sarà prodotta in Thailandia non avrà lo stesso "fascino".
io personalmente ho comperato Ducati (prima m600 poi s4r) perchè sono innamorato della linea e so che è italiana, affrontando i costi superiori alla media delle jappo, dei suoi difetti e tutto il resto che gia sappiamo, se era prodotto in thailandia o in qualsiasi parte al mondo, che senso avrebbe avuto puntare sull eccellenza italiana? allora anche io avrei speso di meno per un cb1000 che va uguale se non di piu ma almeno jappo per jappo, non ho una ducati finta italiana. no?
Smettiamola di dire che le Ducati sono un passo avanti alle altre e che le jappo sono merda, a parte estetica soggettiva andare vanno uguali, costare costano meno, si mantengono ad un prezzo minore e  volendole comperare usate si acquistano a un prezzo molto inferiore a una Ducati di pari anno...
non venitemi a dire che quando uno sale sulla sua moto Ducati sente il brivido ecc mentre su una jappo no, perchè mi ci gioco le palle che sicuramente anche uno che ha l'hornet, in sella la sente speciale mentre il monster lo fa cagare. è soggettiva la sensazione!
se davvero Ducati non si limiterà a produrre in Thailandia solo le Ducati che esporta in Asia ma sposterà la produzione all'esterno, magari in Polonia (tipo FIAT) dopo a che vi attaccherete per giustificare il prezzo alto? poi il serbatoio non sarà piu tricolore e quando vedremo il magnifico pilota sua eccellenza reverendissima l'intoccabile Rossi non potremo piu dire "moto italiana, pilota italiano"...

vi lancio uno spunto: avete visto il dvd sulla storia ducati che girava al WDW?
personalmente dopo averlo visto sono rimasto deluso...ho notato che prima c'era passione in quello che si faceva, sentendo le interviste ai personaggi dell'epoca, ex piloti ecc... ultimamente invece no, assolutamente. spero di sbagliarmi ma penso proprio che dopo l's4r non ci sarà piu una ducati nel mio garage!
desmonevrotico
00venerdì 24 dicembre 2010 00:13
Re: Ducati delocalizza in Thailandia
"marcomonster":


secondo me ha ragione Skyzzofrenyk nel dire che se una Ducati sarà prodotta in Thailandia non avrà lo stesso "fascino".
io personalmente ho comperato Ducati (prima m600 poi s4r) perchè sono innamorato della linea e so che è italiana, affrontando i costi superiori alla media delle jappo, dei suoi difetti e tutto il resto che gia sappiamo, se era prodotto in thailandia o in qualsiasi parte al mondo, che senso avrebbe avuto puntare sull eccellenza italiana? allora anche io avrei speso di meno per un cb1000 che va uguale se non di piu ma almeno jappo per jappo, non ho una ducati finta italiana. no?
Smettiamola di dire che le Ducati sono un passo avanti alle altre e che le jappo sono merda, a parte estetica soggettiva andare vanno uguali, costare costano meno, si mantengono ad un prezzo minore e  volendole comperare usate si acquistano a un prezzo molto inferiore a una Ducati di pari anno...
non venitemi a dire che quando uno sale sulla sua moto Ducati sente il brivido ecc mentre su una jappo no, perchè mi ci gioco le palle che sicuramente anche uno che ha l'hornet, in sella la sente speciale mentre il monster lo fa cagare. è soggettiva la sensazione!
se davvero Ducati non si limiterà a produrre in Thailandia solo le Ducati che esporta in Asia ma sposterà la produzione all'esterno, magari in Polonia (tipo FIAT) dopo a che vi attaccherete per giustificare il prezzo alto? poi il serbatoio non sarà piu tricolore e quando vedremo il magnifico pilota sua eccellenza reverendissima l'intoccabile Rossi non potremo piu dire "moto italiana, pilota italiano"...

vi lancio uno spunto: avete visto il dvd sulla storia ducati che girava al WDW?
personalmente dopo averlo visto sono rimasto deluso...ho notato che prima c'era passione in quello che si faceva, sentendo le interviste ai personaggi dell'epoca, ex piloti ecc... ultimamente invece no, assolutamente. spero di sbagliarmi ma penso proprio che dopo l's4r non ci sarà piu una ducati nel mio garage!

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