Re: Coma Italia?
Sará la perfida Albione a salvarci dall'eurodramma?
Dopo la fiducia al nuovo governo ultraeuropeista italiota sembra sia la soluzione piú probabile.
http://www.trend-online.com/prp/regno-unito-europa/ Un terremoto.
In questo modo,nelle prossime ore, verrà commentato l’esito della tornata elettorale inglese che riguardava ben 35 importanti amministrazioni locali, tra le quali 27 delle 28 contee non-metropolitane ed 8 autorità unitarie.
Il voto ha, infatti, assunto una valenza tutta politica che , con ogni evidenza, travalica il mero alternarsi delle pedine nel complesso mosaico regionale. Lo straordinario successo conseguito dall’UKIP di Nigel Farage, capace di conquistare oltre 100 consiglieri, colloca , de facto, quello che era considerato tutt’al più come un one-issue party nel ruolo di opposizione ufficiale all’attuale establishment di Westminster con delle ricadute imprevedibili e repentine.
La prima risultanza sarà un’accelerazione del processo che porterà a breve il Regno Unito fuori dall’Unione Europea dopo oltre un quarantennio di liaison, a dire il vero tribolata, con i sacri palazzi continentali. David Cameron aveva già in parte ceduto sull’argomento promettendo di incardinare il relativo referendum nella prossima legislatura, nell’auspicabile caso di una propria riconferma a Downing Street. Ma, i resoconti allarmanti dalla base dei Tories che testimoniavano un esodo biblico di militanti ed elettori conservatori verso le sponde degli indipendentisti convincevano il Premier, non più tardi di qualche giorno addietro, ad anticipare la road.map pronunciandosi in favore di una legge referendaria ad anticipare il voto politico: entro la primavera del 2015, quindi. Questo prima dell’onda viola (il colore ufficiale dell’UKIP) di ieri.
Da domani, come detto, i giochi si riapriranno e pur di riavere la marea di consensi perduti ( o di tessere un’alleanza preziosissima, rebus sic stanti bus) Cameron potrebbe affrettare gli eventi e convocare un popolo sovrano quanto mai anelante di recidere il legame con l’ingombrante pachiderma europeo. Altrimenti il cammino appare segnato ed inesorabile il prosieguo della cannibalizzazione di un partito incapace di percepire l’importanza della posta in gioco. Né varrà a riequilibrare l’inerzia il probabile successo dei laburisti in questa e nelle successive, maggiori, consultazioni: anche il Labour non è immune dal contagio dell’euroscetticismo ed una vittoria di Pirro ne acuirebbe le tante contraddizioni interne, in primis quella tra riformisti e massimalisti. Destinati poi all’inglorioso declino appaiono i liberal-democratici: nulla di cui meravigliarsi dal momento che sono rimasti gli ultimi devoti apologeti del verbo di Bruxelles.